L'anniversario dei War Diaries per Manning
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L'anniversario dei War Diaries per Manning

Due anni fa, cominciava la pubblicazione dei diari, con 90 mila file forniti da Wikileaks. L'anniversario è dedicato alla battaglia per la libertà di Bradley Manning.

L'anniversario dei War Diaries per Manning
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24 Luglio 2012 - 14.35


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Non è cambiato il mondo, non sono riusciti a cambiare il mondo. Ma almeno un po’ sì. Esattamente due anni fa, nella notte fra il 24 e il 25 luglio del 2010, The New York Times, The Guardian e Der Spiegel cominciavano la pubblicazione di quelli che ormai tutti conoscono come “the War Diaries”. Quei novantunmila e settecentotrentuno documenti riservati sulle guerra in Afghanistan ed in Iraq che erano stati forniti, selezionati e sistemati da Wikileaks. L’organizzazione messa in piede da Julian Assange.

Quei quasi centomila file hanno davvero cambiato il corso di molte storie. Perché i documenti hanno permesso di scrivere (per molti versi di ri-scrivere) la storia dei più discussi interventi militari statunitensi. Dentro i file c’era narrata la storia di centinaia di uccisione di civili, di maldestri tentativi di occultarli, c’erano narrate gli intrecci fra le grandi compagnie petrolifere e il mondo diplomatico occidentale. Li’ dentro c’era, per dirla con The Guardian, “il devastante ritratto del fallimento della guerra”.

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Il tutto racchiuso in milioni di parole, di cablogrammi, di dispacci che avrebbero dovuto restare segreti. Il tutto accompagnato da immagini che hanno scioccato il mondo. Come quel filmato – diffuso qualche tempo prima che iniziasse la pubblicazione dei “War Diaries” – dove si vedono marines fare una strage di civili. Senza un motivo. Quel filmato che tutti chiamano Collateral Murder.

Chi abbia dato tutto questo materiale a Wikileaks nessuno lo sa. E probabilmente, come spiegano gli esperti di intelligence, non poteva essere una sola persona, né un solo gruppo. Eppure, ormai da 800 giorni, è rinchiuso in un carcere militare, un ragazzo di venticinque anni, il soldato Bradley Manning. In questi giorni – simbolicamente a ridosso dell’anniversario della pubblicazione degli “Afghan War Diaries” – si sta svolgendo, a porte chiuse, il processo che lo vede imputato.

Bradley rischia grosso. Contro di lui, accusato di aver diffuso segreti che potrebbero nuocere alla sicurezza americana, il tribunale militare ha rispolverato una legge del 1917. Rischia grosso – anche l’ergastolo – ed ha già pagato un prezzo enorme. Il rappresentante dell’Onu contro la tortura ha definito “inammissibili” le condizioni di carcerazione di Bradley Manning, ha definito inumano il suo isolamento che si è protratto per due anni. Condizioni di detenzione bestiali che hanno un obiettivo: costringerlo a “denunciare” Assange.

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Ecco perché tante associazioni pacifiste, quelle che si battono per la libertà della rete e per la libertà di stampa, hanno deciso di dedicare l’anniversario dei “War Diaries” proprio a Bradley Manning. E hanno chiesto che chiunque usi FaceBook, Twitter, chiunque abbia un sito, un blog, o chiunque invii un sms in queste ore scriva: “If you think the public has a right to know what is being done in their name… free Manning”.

[url”Per saperne di più.”]http://www.bradleymanning.org/news/second-anniversary-of-the-afghan-war-diaries-take-action[/url]

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