E’ stata una notte d’inferno per la Striscia di Gaza. L’aviazione israeliana ha lanciato raid a ripetizione, in vari punti, anche nel capoluogo Gaza city, uccidendo 12 palestinesi e ferendone altri 25. «Per ore abbiamo sentito esplosioni e boati, anche qui in città, mentre amici ci telefonavano dal nord e dal sud di Gaza per riferirci di attacchi aerei anche in quelle zone. E’ stato terribile», ha riferito a Nena News, Rosa Schiano, una fotorepoter ed attivista italiana che da qualche mese vive e lavora nella Striscia di Gaza. Da parte loro le cellule armate palestinesi hanno replicato lanciando almeno 40 razzi Qassam verso il territorio israeliano dove hanno fatto quattro feriti, tra i quali un uomo colpito all’addome da schegge.
Israele ha detto, attraverso il suo portavoce militare, che i raid sono scattati dopo il lancio di razzi Qassam ma è netta l’impressione a Gaza che le forze armate israeliane fossero in attesa dell’occasione per colpire ed uccidere Zuheir Kaisi (‘Abu Ibrahim’), segretario generale dei Comitati di resistenza popolare. Kaisi si trovava a Tel al-Hawa (Gaza) in automobile con un suo compagno Ahmed Hananni, quando un cacciabombardiere israeliano ha sganciato un razzo che li ha centrati uccidendoli e ferendo gravemente una terza persona. Un «omicidio mirato» dunque, perché poco dopo Tel Aviv ha comunicato che Kaisi aveva «progettato, finanziato e diretto» l’attacco dello scorso agosto lanciato dal Sinai egiziano in territorio israeliano e nel quale rimasero uccise otto persone, in maggioranza soldati.
I Crp ha avvertito che la loro reazione sarà «molto forte». Hamas da parte sua ha condannato il raid israeliano e ha chiesto all’Egitto di intervenire.
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