Aisha Gheddafi fa pressione sull’Onu perché sia condotta un’indagine sulla morte del padre, l’ex leader libico Muammar Gheddafi, e del fratello Mutassim, avvenute lo scorso ottobre. In una lettera diffusa dalla Cnn, il legale della donna chiede se la Corte penale internazionale (Cpi) abbia adottato misure per avviare un’inchiesta, ricordando che il leader libico e il figlio “vennero catturati vivi quando non rappresentavano più una minaccia per nessuno”.
“Se i vostri uffici non stanno indagando su questi crimini, potreste spiegare perchè e quali misure avete adottato per garantire che le autorità libiche indaghino sulla questione in modo appropriato e nel rispetto degli standard investigativi internazionali?”, scrive il legale Nick Kaufman nella missiva indirizzata al Procuratore della Cpi, Luis Moreno-Ocampo.
All’indomani della morte di Gheddafi fu l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo a chiedere l’apertura di una inchiesta. L’autopsia ha stabilito che il 69enne leader libico morì per un colpo di arma da fuoco alla testa, ma il medico legale non ha mai precisato se il colpo venne sparato o meno a distanza ravvicinata.
Argomenti: Nazioni Unite