Islanda prima in Europa a riconoscere la Palestina
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Islanda prima in Europa a riconoscere la Palestina

Non è uno dei paesi europei più influenti e potenti ma il passo compiuto da Reykjavík è storico e potrebbe aprire la strada ad altri riconoscimenti nel Vecchio Continente.

Islanda prima in Europa a riconoscere la Palestina
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redazione Modifica articolo

2 Dicembre 2011 - 15.32


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“L’Islanda è il primo paese europeo a compiere questo passo” ha annunciato il ministro degli esteri islandese Ossur Skaphedinsonn dopo che il parlamento ha passato una mozione con 38 voti a favore su 63 per il riconoscimento della Palestina “come stato sovrano ed indipendente” coi confini del 1967.

Questa misura, che riconosce l’Olp come la rappresentante legittima dello stato palestinese, è stata approvata il 29 novembre, nel giorno in cui nel mondo si celebra la giornata di Solidarietà con il Popolo Palestinese.

Riyad Mansour, osservatore palestinese presso le Nazioni Unite, ha letto davanti alla sede centrale dell’Onu un messaggio del presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen), il quale ribadiva che la decisione di rivolgersi alle Nazioni Unite è un diritto legittimo del popolo palestinese.

“Ora ho l’autorità per dichiarare il nostro riconoscimento della Palestina” ha continuato Ossur.

La risoluzione, proposta dal ministro degli esteri islandese, afferma che “il parlamento esorta israeliani e palestinesi a cercare un accordo di pace sulla base del diritto internazionale e delle risoluzioni ONU, che includa il riconoscimento reciproco dello stato di Israele e di quello di Palestina”.

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Questa mossa è giunta dopo la recente adesione della Palestina all’Unesco, per la quale l’Islanda, assieme ad altri 10 membri dell’Unione Europea si era espressa a favore.

Tuttavia dopo l’attesa sconfitta al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, con soli 8 voti favorevoli su 15 – che non hanno nemmeno obbligato gli Usa a far uso del diritto di veto – la Palestina non è riuscita ad ottenere una piena adesione alle Nazioni Unite.

Il prossimo passo potrebbe essere quello di rivolgersi all’Assemblea Generale ma il recente blocco del trasferimento delle tasse nella casse dell’Anp che Israele ha attuato come forma punitiva per la recente adesione della Palestina all’UNESCO, potrebbe bloccare l’intero processo.

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