Svezia vs Etiopia: petrolio contro libertà di stampa?

A processo i 2 giornalisti svedesi accusati di terrorismo ad Addis Abeba. Arrestati mentre conducevano un'inchiesta sulle attività petrolifere e le violazioni dei diritti dell'uomo.

Johan Persson e Martin Schibbye
Johan Persson e Martin Schibbye
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21 Ottobre 2011 - 11.54


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In Svezia c’è grande attesa per il processo a due giornalisti svedesi accusati di terrorismo ad Addis Abeba, in Etiopia. “Per colpa dei giochi della politica, i due rischiano 40 anni di prigione”, scrive il quotidiano svedese ‘Svenska Dagbladet,’ convinto che “l’Etiopia vuole lanciare un segnale”.

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Johan Persson e Martin Schibbye sono stati arrestati il primo luglio mentre conducevano un’inchiesta sulle attività petrolifere e le violazioni dei diritti dell’uomo nell’Ogaden, dove sono riusciti a entrare grazie all’aiuto del Fronte nazionale per la liberazione dell’Ogaden (Onlf).

I negoziati per la liberazione dei giornalisti sono stati condotti dal ministro degli esteri svedese Carl Bildt, che però è stato fortemente criticato dalla stampa per la mancanza di impegno a favore dei due accusati. Bildt è stato membro del consiglio di amministrazione di Lundin Oil, una compagnia petrolifera che ha interessi nel paese africano.

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“Il ministro degli esteri mantiene un profilo basso”, nota Svenska Dagbladet. “Ma allora che significato hanno l’impegno svedese per i diritti umani e i milioni di corone spesi dai contribuenti per aiutare l’Etiopia? Se non siamo pronti a combattere per la libertà di stampa e la vita di due giornalisti svedesi, apertamente e con l’aggressività necessaria, di cosa possiamo andare fieri?”

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