E’ una vera e propria insurrezione palestinese quella che in fase di organizzazione contro l’ex premier britannico Tony Blair, che da alcuni anni ricopre l’incarico di inviato in Medio Oriente del Quartetto (Usa, Russia, Onu e Ue). L’Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen vuole che Blair si faccia da parte poichè sino ad oggi avrebbe svolto il ruolo di «diplomatico israeliano» e non quello di mediatore neutrale. Secondo indiscrezioni i palestinesi intenderebbero tenere sit-in davanti agli uffici delle istituzioni ed organizzazioni internazionali nei Territori occupati e accogliere con cortei di protesta Blair al suo rientro in Cisgiordania.
Il quotidiano al Quds al Arabi, edito a Londra, scrive che il Comitato esecutivo dell’Olp si riunirà nei prossimi giorni per annunciare che Blair è persona non grata in Palestina, in risposta alle manovre svolte dall’inviato del Quartetto al Palazzo di Vetro per impedire ai palestinesi di ottenere l’adesione del loro Stato alle Nazioni Unite.
«Blair agisce come un funzionario del governo israeliano e non come l’inviato neutrale di un organismo internazionale», ha spiegato Nabil Shaath, ex ministro degli esteri dell’Anp e attuale consigliere del presidente Abu Mazen.
E’ probabile che l’Anp si ritroverà ad affrontare forti pressioni americane volte a farla desistere dai suoi propositi – Blair è stato uno stretto alleato dell’ex presidente Usa George W. Bush e gode della stima di Barack Obama – ma, stando alle indiscrezioni che arrivano da Ramallah, Abu Mazen insiste per la rimozione di Blair dall’incarico di inviato del Quartetto. «E’ una persona non grata in Palestina, non possiamo impedirgli di venire qui ma possiamo ridimensionare il suo ruolo. Blair non è un mediatore, è schierato totalmente con una parte», ha spiegato Shaath.
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