C'eravamo tanto amati
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C'eravamo tanto amati

Dice Frattini che l'amarezza di Berlusconi per lo strappo con Gheddafi si è trasformata in rabbia. Davvero? Prima non immaginava che il rais fosse un despota?

Gheddafi e Berlusconi
Gheddafi e Berlusconi
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28 Agosto 2011 - 18.44


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di Paolo Garruti

Riproduco, dal Corriere, un lancio Ansa: «Lo “strappo” tra Berlusconi e Gheddafi

è stato “terribile”: il premier considerava Gheddafi un amico e poi l’ha visto

uccidere donne e bambini”. A spiegare i sentimenti che prova oggi il presidente

del Consiglio nei confronti del rais libico è il ministro degli Esteri Franco

Frattini in un’intervista ad Avvenire. Alla ”amarezza” è subentrato lo “sdegno”,

spiega Frattini. “Lo strappo è stato terribile: l’amicizia si è trasformata in

rabbia”, ha aggiunto».

Novello Macbeth. Amicizia, strappo, amarezza, sdegno, rabbia: sentimenti

racchiusi nel cuore d’un gigante solitario, nuovo Macbeth, solo col suo alto

spiro. Sentimenti degni della rimpianta rubrica E chi se ne frega, o al massimo

di un gossip, dato che colui che li ha provati o li prova dovrebbe aver a

disposizione a) servizi d’informazione, segreti e no, b) un ministro degli esteri

intellettualmente attivo, c) occhi per leggere e vedere notizie, d) una memoria

ancora capace di coprire i lustri di vita trascorsi. Tutti strumenti che, se

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opportunamente utilizzati, avrebbero dovuto fargli sapere che Gheddafi, dentro e

fuori il suo Paese, non era nuovo a compiere o finanziare imprese del genere.

Lo sbarco a Lampedusa. Direttamente dal sito dell’Ansa, invece, riprendo

quest’altra anticipazione: «L’Italia ha le prove e “non può far finta di nulla”

di “ordini” impartiti dal colonnello Gheddafi come quello di “trasformare

Lampedusa in un inferno” e di “messaggi terribili” delle autorità del governo

libico come l’ordine di “mascherare cadaveri militari con abiti civili per far

cadere colpe loro sulla Nato”. A rivelarlo è il ministro degli Esteri Franco

Frattini in un’intervista ad Avvenire (…)».

Terribili segreti. Chi leggesse solo queste prime righe s’aspetterebbe lancio di

missili, pioggia di bombe su Lampedusa, armi chimiche per desertificare l’isola e

farne una testa di ponte verso l’Italia, odiata e traditrice. Invece no. Così

continua il citato lancio: «“Abbiamo messaggi terribili e presto saranno resi

pubblici”, ha detto Frattini. Rispetto ai progetti del rais su Lampedusa il

ministro spiega che esistono le prove che Gheddafi abbia ordinato: “mettete sui

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barconi migliaia di disperati e gettate l’isola nel caos”».

Dal Bunker di Arcore. L’arma letale, l’arma segreta del colonnello, l’arma

finale: i barconi, rapidi ed invisibili. Hitler nel suo bunker delirava di

divisioni ormai fatiscenti, Gheddafi chiama a raccolta tribù di cui solo lui

sembra conoscere l’esistenza e che crede ancora amiche: spesso chi perde un

potere che pensava eterno dà corpo a illusioni e fantasmi, illudendosi che il

mondo giri ancora attorno ai suoi desideri. È un vizio diffuso, favorito da anni

di cortigianeria. A chi sta fuori dal bunker si chiedono, invece, lucidità e

misericordia. Oltre a un certo senso della misura, soprattutto nei riguardi di

chi ha subito, senza cercarlo, un conflitto: i disperati sono disperati, non V2.

Cercherò l’intervista: spero sia meglio di quanto annunciato.

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