Netanyahu che nega le condoglianze per Francesco è il simbolo dell'abisso nel quale ha fatto precipitare Israele

La decisione del governo Netanyahu di non esprimere condoglianze per la morte di Francesco è un gesto che getta un’ombra cupa sulla leadership israeliana, rivelando l’abisso di odio e chiusura in cui è sprofondato il Paese

Netanyahu che nega le condoglianze per Francesco è il simbolo dell'abisso nel quale ha fatto precipitare Israele
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23 Aprile 2025 - 15.55


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La decisione del governo di Benjamin Netanyahu di non esprimere condoglianze per la morte di Papa Francesco è un gesto che getta un’ombra cupa sulla leadership israeliana, rivelando l’abisso di odio e chiusura in cui è sprofondato il Paese sotto la sua guida. Questo silenzio non è solo un atto di disprezzo verso un leader spirituale universale, ma un’ulteriore prova di un’indifferenza morale che sembra caratterizzare le scelte di questo esecutivo. Ignorare il lutto per Francesco, colpevole agli occhi di Netanyahu di aver denunciato le sofferenze dei civili di Gaza, è un segnale di quanto Israele si stia allontanando dai principi di umanità e dialogo.

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Papa Francesco, con il suo instancabile impegno per la pace e la fratellanza tra i popoli, meritava rispetto e gratitudine, non ostilità. La sua voce, che si è levata più volte contro le atrocità delle guerre e in difesa dei più vulnerabili, come i bambini di Gaza, era un richiamo alla coscienza globale, non una minaccia. Un governo che si sente autorizzato a ignorare un tale esempio di compassione e coraggio dimostra una cecità morale che non può essere giustificata, ponendosi al di sopra di ogni norma di decenza e del diritto internazionale, quasi che massacrare un popolo sia un privilegio intoccabile.

Ci auguriamo che questo gesto spinga la diaspora ebraica e gli israeliani che ancora credono nella democrazia e nella giustizia a prendere le distanze con decisione da questa deriva. La memoria di Francesco, che ha sempre cercato ponti e non muri, dovrebbe ispirare un ripensamento profondo, non solo in Israele ma ovunque si cerchi di costruire un futuro di pace. La comunità internazionale, insieme agli ebrei di tutto il mondo, ha ora la responsabilità di riaffermare i valori di rispetto e solidarietà, opponendosi a una politica che semina divisione e disumanizzazione.

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