di Filippo Anastasi *
Il mio primo incontro con Bergoglio, allora cardinale e arcivescovo di Buenos Aires, fu indimenticabile.
Era il 2003 quando per conto del Vaticano, del Ministero degli Esteri e della Rai fui mandato in giro per il mondo a testimoniare la grandezza del pontificato di Giovanni Paolo II. Woytila era ormai alla fine dei suoi giorni terreni ed era tempo di bilanci e di prospettive.
Andai a tenere una conferenza a Buenos Aires, nell’aula magna dell’Università Cattolica. La sala era stracolma e in prima fila c’era il cardinal Bergoglio: Era vestito in clergyman da semplice prete e l’unico segno del suo rango era la croce pettorale, seminascosta.
La tesi del mio discorso portava ad una conclusione precisa: erano maturi i tempi per un Papa latino-americano. Sbagliavo perché dopo Woytjla sarebbe arrivato Ratzinger, ma non di tanto perché il successivo fu Bergoglio.
Finita la conferenza il cardinale venne sul palco per stringermi la mano e mi disse : “ Dottor Anastasi, lei ha parlato di un Papa latino-americano . e alzando le ambedue le mani al cielo continuò- ma io noooo , per carità di Dio”.
“Ma perché dice così Eminenza ?” – gli risposi- “ Lei è la persona adatta”.
E sempre con la mani in alto “ Io noooo per carità di Dio”.
* Già direttore dei Rai Giubileo
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