Papa Francesco: un Triduo Pasquale tra liturgia e attualità, invocando pace, misericordia e fraternità globale
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Papa Francesco: un Triduo Pasquale tra liturgia e attualità, invocando pace, misericordia e fraternità globale

Papa Francesco vive il Triduo Pasquale intrecciando liturgia e attualità, invocando pace, misericordia e speranza in un mondo segnato da guerre e divisioni.

Papa Francesco: un Triduo Pasquale tra liturgia e attualità, invocando pace, misericordia e fraternità globale
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Antonio Spadaro Modifica articolo

13 Aprile 2025 - 19.28


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Vedremo come Papa Francesco vivrà il Triduo Pasquale del 2025. All’inizio della Settimana Santa possiamo però proiettarci in questo tempo fondamentale dell’anno liturgico con la piena consapevolezza che siamo in un contesto internazionale segnato da conflitti, crisi umanitarie, dazi e tensioni globali. Il periodo liturgico, che dal Giovedì Santo alla Domenica di Pasqua celebra la passione, morte e risurrezione di Cristo, assume un significato ancora più profondo alla luce delle sfide contemporanee. 

Il Giovedì Santo, con la Messa in Coena Domini, Francesco ha sempre rinnovato il gesto della lavanda dei piedi, simbolo di servizio. “In un mondo ferito dalla guerra e dall’indifferenza, siamo chiamati a chinarci sugli altri”, ha detto il pontefice, collegando il gesto evangelico alla necessità di pace e solidarietà globale.

Il Venerdì Santo, con la Via Crucis al Colosseo, è sempre stato un momento di riflessione sulle sofferenze dell’umanità. Le meditazioni spesso hanno messo in luce il dolore di chi vive sotto le bombe o è costretto a lasciare la propria terra. Francesco, presiedendo l’evento, ha denunciato nel corso del tempo “la crudeltà dell’odio e della guerra”, paragonandola alla croce di Cristo, e ha chiesto un cessate il fuoco nei teatri di guerra, ribadendo il suo appello per la diplomazia e il disarmo in un mondo che investe più in armi che in sviluppo.

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La Veglia Pasquale, nella Basilica di San Pietro, ha portato un messaggio di speranza. Accendendo il cero pasquale, Francesco ha ricordato che “anche nelle tenebre della violenza e dell’ingiustizia, la luce della risurrezione può irrompere”. Ha collegato la vittoria di Cristo sulla morte alla possibilità di rinascita per l’umanità, invitando i fedeli a essere “sentinelle di pace” in un tempo di crisi.

La benedizione Urbi et Orbi ha poi ampliato il suo sguardo sulla situazione globale del mondo.

Francesco ha sempre intrecciato liturgia e attualità, fede e storia. Il mistero pasquale è lente per interpretare e rispondere alla situazione internazionale. La sua voce, fragile ma ferma, offre quest’anno un richiamo alla misericordia e alla speranza, sfidando un mondo diviso a riscoprire unità e fraternità.

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