Il mondo non è di nessun singolo ma di tutti considerati insieme
Top

Il mondo non è di nessun singolo ma di tutti considerati insieme

L’impegno è quello di trasformare la realtà, di rendere più bello il mondo. Non siamo assolutamente i soli ad avere questa sfida. Anzi siamo in compagnia, camminiamo insieme a tanti uomini e donne di religioni, culture e sensibilità diverse

Il mondo non è di nessun singolo ma di tutti considerati insieme
Preroll

Rocco D'Ambrosio Modifica articolo

15 Marzo 2025 - 19.59


ATF

Il Vangelo odierno: In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto
(Lc 9, 28-36 – II Quar. C).

Non mancano mai scene e reportage di guerre, disastri ambientali, uccisioni, migranti abbandonati in mare, povertà e disagi vari… Come vorremmo una trasfigurazione della realtà in noi, attorno a noi e nel mondo! La vorremmo sì! Il Signore la mostra, a Pietro, Giacomo e Giovanni, per qualche minuto, a mo’ di conforto e di incoraggiamento, ma poi li invita a scendere giù e continuare la loro vita, addirittura a tenere tutto per sé, senza riferire a nessuno dell’esperienza vissuta.

Leggi anche:  Gesù e la Bestia: chi lascia morire i migranti in mare e ignora i più deboli abusa del cristianesimo

Forse anche noi abbiamo vissuto piccoli momenti di “trasfigurazione” e, poi, siamo tornati nel mondo. E, lavorando in esso, si potrebbe dire che ogni nostro impegno, piccolo o grande che sia, è anche il tentativo di “trasfigurare” la realtà, di dare, a essa, nuove forme e sembianze. Pensiamo alle nostre relazioni – in famiglia, al lavoro, con gli amici, nella società e in politica – e a quanto ci impegniamo per cambiarle, per dare a esse un volto nuovo. Pensiamo anche alla gioia dei nostri successi, che ci farebbe dire, più o meno, quello che dice Pietro: ”Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa”. Ma pensiamo anche alle tante trasfigurazioni mancate, con i relativi sconforti e abbattimenti, alle guerre (note e non), ai drammi piccoli e grandi, a quanto di marcio esiste in questo mondo: tutte realtà che non splendono assolutamente di gloria.

Meditiamo sull’azione e le parole evangeliche per imparare a “trasfigurare”. La sua trasfigurazione avvenne mentre pregava. La prima battuta, che mi viene in mente, è che non “diceva le preghiere”, ma “pregava”. Sappiamo che c’è una grande differenza. In termini laici diremmo che aveva una grande partecipazione interiore all’evento; che porta con sé un invito fondamentale e decisivo alla conversione interiore, una scommessa seria nel più intimo di se stessi. E ciò vale per tutti quei credenti e non, maturi e coerenti. Per il resto, di figuranti e pseudo attori, mezze persone e quaquaraqua, ce ne sono già tante: loro non “trasfigurano”, ma “trafugano” menti, consensi e risorse. 

Leggi anche:  Gesù e la Bestia: chi lascia morire i migranti in mare e ignora i più deboli abusa del cristianesimo

Al tempo stesso noi cristiani abbiamo l’impegno a ricordare sempre che la trasfigurazione non è opera di superuomini o superdonne, la trasfigurazione è solo e solamente opera di Dio. E cosa fa il buon Dio? Grosso modo quello che ha fatto nella trasfigurazione di Gesù: ci fa vedere la realtà del dolore e del limite in vista di una gloria più grande. Il testo, infatti, afferma che “Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme”, ma Pietro e compagni erano oppressi dal sonno, tuttavia “quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui”. 

Dovremmo ritornare spesso su questi passaggi se vogliamo imparare a trasfigurare la nostra vita: buio, paura, sonno, abbandono, luce nuova. Non certamente in quest’ordine, perché lo stesso brano ci presenta ritmi alterni di emozioni e situazioni di Pietro e compagni. Non è l’ordine che interessa, quanto il fatto che “dalla nube esce una voce: “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!”. Ascoltare Gesù diventa il porre la nostra mano nella sua mano, come bambini stanchi e assonati, o delusi e abbattuti. E Lui, solo così, ci porta a vedere la Sua gloria.

Tutto ciò ci porta a isolarci da chi non crede? Tutt’altro. L’impegno è quello di trasformare la realtà, di rendere più bello il mondo. Non siamo assolutamente i soli ad avere questa sfida. Anzi siamo in compagnia, camminiamo insieme a tanti uomini e donne di religioni, culture e sensibilità diverse. Il mondo non è di nessun singolo, ma di tutti considerati insieme, in gruppo o comunità che sia. 

Leggi anche:  Gesù e la Bestia: chi lascia morire i migranti in mare e ignora i più deboli abusa del cristianesimo

Insegna Agostino: “Ci possiamo dunque chiedere quando mai il genere umano poté vivere soddisfatto e non piuttosto nel timore o nel dolore, quando mai ebbe felicità stabile e non piuttosto vera infelicità. Se l’uomo non possiede, anela a possedere; se possiede, ha paura di perdere ciò che ha: e – cosa più triste – ritiene normale sia quel suo bramare sia questo suo temere. (…). Se ci chiedono: C’è qualcuno che desidera la vita e brama vedere giorni felici? tutti ci dichiariamo desiderosi di questo, ma intendiamo riferirci a dopo questa vita, a dopo questi giorni. Se quindi rimandiamo a dopo, dobbiamo conoscere che cosa fare ora per giungere poi alla vita e ai giorni felici. Ce lo insegna lo stesso Salmo proseguendo: Preserva la lingua dal male, le labbra da parole bugiarde. Sta’ lontano dal male e fa’ il bene. Obbedisci dunque a questo invito e riceverai quello che viene promesso. Se ritieni gravoso quello che ti viene comandato, e la fatica dell’impegno ti abbatte, ritrova slancio pensando alla splendida ricompensa che ti attende“ (Discorso, 346/C). 

Native

Articoli correlati