Il Vangelo è un annuncio rivoluzionario e liberatorio soprattutto per gli ultimi
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Il Vangelo è un annuncio rivoluzionario e liberatorio soprattutto per gli ultimi

Papa Francesco sta facendo tanto per far diventare questo prassi sempre più quotidiana dei cristiani e delle comunità. Qualcuno si sorprende di ciò: addirittura la considera una novità. Ma è solo il Vangelo!

Il Vangelo è un annuncio rivoluzionario e liberatorio soprattutto per gli ultimi
Amazzonia
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Rocco D'Ambrosio Modifica articolo

25 Gennaio 2025 - 19.40


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Il Vangelo odierno: Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato»
(Lc 1, 1-21 – TO III C).

La fede è una cosa seria. Luca, scrivendo, a Teofilo parla di avvenimenti, provati da testimonianze, al fine di rendersi “conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto” (Lc 1). L’avvenimento è Gesù e bisogna, ieri come oggi, investigare con la mente e con il cuore per comprenderlo e amarlo sempre più. Tutt’altro che due preghiere in fretta e furia, una messa domenicale distratta, una fede ideologica in qualche principio astratto, che serve più a fare nuove crociate che a servire il Signore e i poveri… 

In questa esigente cornice Gesù legge a Cafarnao il libro sacro degli ebrei ed, esattamente, ne proclama alcuni passi del profeta Isaia. Anche questi di portata rivoluzionaria: lo Spirito del Signore non è lettera morta. Lo spirito scende sul profeta, quindi ancor più compiendosi in Gesù, per qualcosa… di molto concreto!

Infatti il passo di Isaia non parla di culto o verità astratte, preghiere disincarnate e riferimenti a principi astratti. Parla, invece, dello Spirito del Signore che annuncia gioia ai poveri, liberazione ai prigionieri, vista ai ciechi, libertà agli oppressi, grazia a tanti. E’ un annuncio liberatorio. E forse tra guerre e povertà che crescono ci aiuta un po’ di più cosa significhi oggi sentirsi liberati… E’ un annuncio che interseca la vita concreta di tutti, specie degli ultimi e la trasforma. Papa Francesco sta facendo tanto per far diventare questo prassi sempre più quotidiana dei cristiani e delle comunità. Qualcuno si sorprende di ciò: addirittura la considera una novità. Ma è solo il Vangelo! E il papa lo ripropone come il Vaticano II lo ha indicato, per riformare la Chiesa e inviarla nuovamente nel mondo.

Tuttavia questo invito spesso cade nel vuoto perché la nostra prospettiva di Chiesa è fatta di solo culto, di affermazioni di principi (vedi famiglia, eutanasia e bioetica), di privilegi statali e di preminenza culturale e legislativa. Per capire l’annuncio di liberazione del Vangelo bisogna cambiare prospettiva, bisogna adottarne una dal basso.

Gesù proclama è venuto a “portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore”.

Noi quando ascoltiamo queste parole a cosa pensiamo? E cosa facciamo subito dopo?

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