Don Gherardo Gambelli, il prete delle periferie diventato arcivescovo di Firenze
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Don Gherardo Gambelli, il prete delle periferie diventato arcivescovo di Firenze

Il nuovo arcivescovo di Firenze è don Gherardo Gambelli, da molti subito ribattezzato, in ossequio al linguaggio caro a chi lo ha scelto, “il prete delle periferie”.

Don Gherardo Gambelli, il prete delle periferie diventato arcivescovo di Firenze
don Gherardo Gambelli, nuovo arcivescovo di Firenze con il cardinale Betori
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

19 Aprile 2024 - 01.37


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Il nuovo arcivescovo di Firenze è don Gherardo Gambelli, da molti subito ribattezzato, in ossequio al linguaggio caro a chi lo ha scelto, “il prete delle periferie”. Il suo percorso lo ha condotto in Africa, poi nelle carceri. Dunque una storia che lo rende “omogeneo” a quella Chiesa in uscita, “ospedale da campo”, di cui Francesco parla dall’inizio del suo pontificato. 

Viene così normale associarlo ad altri prelati, come quelli che meno recentemente hanno preso la guidi di altre importanti diocesi, come l’arcivescovo di Siena, o di Palermo. Giovane, deve ancora compiere 55 anni, è parroco della chiesa della Madonna della Tosse, cappellano dell’istituto penitenziario di Sollicciano e vice-direttore spirituale del Seminario dal 2023, quando è rientrato a Firenze dopo undici anni trascorsi come missionario in Ciad. E’ un toscano, nato a Viareggio, è stato presentato ai fedeli dal suo predecessore, il cardinale Betori, non dal palazzo vescovile, ma dalla cattedrale fiorentina di Santa Maria del Fiore.

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Ha trascorso 11 anni nel difficile e assai poco conosciuto Ciad, nel tormentato Sahel. Citato  soprattutto per i frequenti colpi di stato, incluso il tentativo del febbraio scorso, il Ciad vanta il titolo di paese più povero dell’area. Lui, don Gambelli, ha servito prima nella capitale, N’Djamena, poi nell’est del Paese, dopo l’istituzione del vicariato apostolico di Mongo. 

“Per me – ha spiegato al settimanale delle diocesi toscane “Toscana Oggi” – questi anni in Africa sono volati, nonostante l’inizio sia stato un po’ difficile per la diversità di lingua e cultura, sicuramente è stata un’esperienza molto forte. Quelle del Ciad possono annoverarsi tra le Chiese più giovani del mondo. Questa giovinezza si traduce in un grande entusiasmo: nella capitale N’Djamena in media ci sono mille nuovi battezzati ogni anno. La Chiesa è molto impegnata nella dimensione sociale dell’evangelizzazione, come dice il Papa, in tre settori: l’educazione attraverso le scuole, la salute tramite gli ospedali e lo sviluppo”. 

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Il nuovo arcivescovo di Firenze, nel suo primo messaggio ai fiorentini, è parso ricordarsi del più famoso primo cittadino cattolico del capoluogo toscano, Giorgio La Pira: “Mi impegnerò come vescovo a essere attento alle vostre necessità, come a quelle di tanti fratelli e sorelle spesso dimenticati e scartati dalla nostra società”, annunciando di voler scommettere sulla “bella tradizione di impegno nel dialogo ecumenico e nel dialogo interreligioso”.

Due anni dopo aver presentato, per via dei raggiunti limiti d’età, esce dunque di scena monsignor Giuseppe Betori, noto in Italia perché a lungo ha rivestito il ruolo di segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, in particolare quando Presidente era il cardinale Camillo Ruini.    

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