Chi vuole accedere ai siti porno dovrà mostrare un documento: la proposta di Agcom sull'ageverification

Agcom vuole introdurre i documenti d'identità come modalità di accesso ai siti porno, per evitare che i minorenni possano usufruire facilmente di materiali vietati.

Chi vuole accedere ai siti porno dovrà mostrare un documento: la proposta di Agcom sull'ageverification
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28 Marzo 2024 - 14.57


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L’Agcom lancia una campagna contro la pornografia online accessibile ai minorenni e propone di stringere i controlli sulla reale età degli utenti. Come? Presentando un documento d’identità a ogni accesso. A spiegarlo è il commissario Agcom Massimiliano Capitanio.

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«Protezione dei minori in Rete e tutela della privacy sono principi che possono tranquillamente convivere, nel pieno rispetto delle libertà individuali. Spesso chi si dimostra allergico a regole essenziali e per nulla costruttive lo fa per logiche di business esasperato, se non criminale»

«I siti per adulti dovranno assicurarsi (davvero) che i propri utenti abbiano più di 18 anni. È questo, in estrema sintesi, il contenuto del documento che Agcom intende discutere e concordare con gli operatori del settore. La Delibera n. 61/24/CONS, adottata col parere favorevole del Garante della Privacy – si legge in una nota – contiene un benchmark del quadro normativo internazionale sugli strumenti di verifica già in uso in altri stati. Questa ricognizione ha permesso di individuare i requisiti che i sistemi di age verification devono rispettare per garantire un livello di sicurezza adeguato al rischio, minimizzando i dati personali raccolti e rispettandone al massimo la riservatezza».

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«Così Agcom recepisce le disposizioni dell’articolo 13-bis del decreto Caivano, secondo cui i gestori di siti web e i fornitori di piattaforme di condivisione video, che diffondono in Italia immagini e video a carattere pornografico devono verificare la maggiore età degli utenti. Nell’ambito della medesima consultazione pubblica, Agcom valuterà inoltre l’eventuale estensione dei criteri a tutte le tipologie di contenuti e servizi che potrebbero nuocere allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minori».

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