Nel discorso di Daniela Santanché ci ho rivisto il Vangelo: ma al contrario

Bisogna leggere bene il senso dei racconti evangelici per chi voglia capire come, cristianamente parlando, sarebbe corretto agir

Nel discorso di Daniela Santanché ci ho rivisto il Vangelo: ma al contrario
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

6 Luglio 2023 - 10.37


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È stata un’esperienza importante quella che ho vissuto dopo aver ascoltato l’intervento parlamentare di Daniela Santanchè. Lí per lí infatti mi sono detto che per molti di noi i comandi evangelici sono tanto noti quanto ignorati. Ed ho subito pensato al celeberrimo punto illustrato dall’evangelista Luca, 11, versetti 5-13. Mi permetto di ricordarli qui per esteso, sebbene per molti non servirà: “ Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce?” 

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 Sappiamo che è proprio questo quanto ci dice il Vangelo eppure sappiamo che raramente accade così. La nostra vita, la nostra cultura, la nostra modalità comportamentale…. Tutto questo conosce il Vangelo ma raramente lo segue. 

Mi è dunque apparso evidente che un punto dell’intervento della ministra (ministro?) lo recepisse in pieno, fedelmente è letteralmente. Mi riferisco a questo passaggio, che cito come ho trovato trascritto dal sito on Line Repubblica.it: “Dentro Visibilia spa c’era una dipendente part time. Sono stata accusata di aver usato le prestazioni della dipendente che invece era in cassa integrazione a zero ore. Di fronte alla contestazione tardiva della dipendente pur ritenendo le sue informazioni infondate ed essendo certa che lei non ha mai messo piede in Visibila, la società ha sanato la situazione considerandola in servizio senza che fosse pervenuta alcuna richiesta dagli enti preposti e prima della vicenda mediatica. Nessun altro dipendente ha sollevato questioni sulla cassa integrazione”.  

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È accaduto però che poi mi sia chiesto se il Vangelo chieda dunque, ad esempio, di esaudire il desiderio di triplicare la paga di chiunque lo pretenda: può chiedere questo il Vangelo o non sarà che quel brano di Luca ci inviti  a dimostrarci paterni, o materni, con tutti, non solo con i figli o le figlie carnali? Forse è così, e allora ho capito che il letteralismo è fuorviante: chiedete e vi sarà dato non vuol dire che esiste per tutti una lampada di Aladino che esaudisce ogni nostro desiderio. E allora? Davanti a una brama, cosa sarebbe giusto fare? Risponde  di esaudire comunque ogni richiesta il brano evangelico appena citato? Ci ho pensato e ho concluso di no. 

Per capire come comportarsi in un caso di richiesta immotivata  forse è un altro il passo evangelico che è più pertinente, per quanto non sia l’ottenimento del non dovuto neanche la finalità del brano di Luca. Infatti quel brano ci dice di chiedere, non di fingere di dover avere.  Infatti la nostra idea naturale è che se qualcuno si volesse  approfittare di altri andrebbe denunciato, respinto. 

Eccoci allora davanti a uno scenario diverso. A una brama (che viene dal vizio) il Vangelo non dice “chiedete e vi sarà dato”, no. E che cosa dice?  Ho riletto quanto affermato e ho concluso che qui ci aiuta davvero un altro episodio che mi sono ricordato, quello dell’incontro tra Gesù e l’adultera:“Vai, e non peccare più”, dice  Gesù all’adultera nel Vangelo secondo Giovanni. Dunque se ho la sensazione di un peccato, una richiesta infondata,  cosa faccio pensando al Vangelo? 

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Nel brano con l’adultera Gesù l’assolve e ne impedisce la lapidazione, andando contro la legge del tempo. Non poco.  Ma così facendo e dicendo le  apre uno spazio libero per scegliere di non peccare più, con un’esortazione che non ha valore retroattivo, ma per il futuro. Ha pietà del passato e la incoraggia per il futuro. È questo che nel caso di specie manca per fare del comportamento che l’azienda avrebbe tenuto un esempio di misericordia. Manca l’esportazione a capire, a correggersi, con pietà per il passato e incoraggiamento per il futuro. 

Ovviamente io non so chi dica come stiano realmente le cose e non mi interessa molto saperlo. Voglio solo dire che bisogna leggere bene il senso dei racconti evangelici per chi voglia capire come, cristianamente parlando, sarebbe corretto agire. Io per esempio ero partito da un letteralismo un po’ sciocchino, fuorviante, per arrivare alla fine a un lido molto distante, e questo per me è stato importante. 

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