Sono anni che conosco Hilarry Sedu, Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, componente della Commissione Diritti umani del Consiglio Nazionale Forense, membro della CCBE (Council of Bar and Law Societies of Europe) e consulente legale per l’immigrazione della Regione Campania.
Hilarry rappresenta quello che mi piacerebbe definire il “miracolo italiano” miracolo perché non accade spesso e spesso per molti è una fatica ammetterlo. Sì, cari compatrioti mal pensanti esiste la possibilità che l’Italia sappia accogliere e integrare. I miei amici più cari sono quelli che ci sono riusciti, che si sentono italiani di prima generazione e che amano la mia stessa lingua, il mio/nostro paese e si sentono “italiani” mentre chi si sente “itagliano” come Salvini avrebbe difficoltà a riconoscere che l’integrazione è assolutamente possibile.
L’Avvocato Sedu ha una storia molto bella, fatta di tante emozioni e di tanto lavoro e determinazione, ha scelto l’Italia senza rinnegare la sua Africa. Ha due figli per metà partenopei e canta in un perfetto napoletano. Ha a cuore i meno fortunati, crede che per tutti ci sia spazio per vivere con dignità e sostiene da sempre le campagne contro il razzismo e i pregiudizi. L’altro giorno ho letto un suo post che ha scritto sulla vicenda di Aboubakar Soumahoro. L’ho letto e riletto ed ho deciso che forse la sua voce e le sue parole andrebbero lette per poter continuare a credere in un mondo fatto di mille colori, culture e lingue.
On. Aboubakar Soumahoro,
la sua vicenda che in questi giorni ha scosso ed infiammato la politica italiana ha qualcosa di grottesco. Lei è riuscito nel primato che ribalta l’ordinamento giuridico italiano, ossia in quello dove per la prima volta la responsabilità penale di un individuo viene subordinata alla responsabilità politica dello stesso.
Oltre a quel video in cui piangeva lacrime inesistenti, è riuscito ad essere ancora meno convincente nell’intervista resa a Corrado Formigli laddove, scivolando nel fango della vergogna, invocava il “diritto alla moda” di sua moglie. Oppure, chiamato a rispondere su che lavoro facesse prima di essere eletto deputato si inabissava nel più inquietante dei silenzi.
Inoltre, al quesito, come ha fatto ad ottenere un mutuo da € 270 mila per la sua villetta…lei replicava di aver scritto un libro, manco fosse lo scrittore Ken Follet.
Insomma, una serie di figuracce che, forse irreversibilmente, hanno minato la sua credibilità.
Una credibilità che, ahimè, non appartiene solo a lei, ma anche e soprattutto a tutti i cittadini afro-italiani che costituiscono una delle minoranze etniche di questo paese. I quali subiscono un danno collaterale dalla sua vicenda. E non è vero che non ci sarà alcun pregiudizio verso altri afro-italiani in tal senso… sappiamo benissimo che, appunto, quando si radica un pregiudizio, questi affonda le zanne della discriminazione nel più feroce dei modi, il razzismo.
Dobbiamo purtroppo convenire col vecchio detto popolare “…gli idoli, mai toccarli con mano, perché vien via la doratura…”