Consacrazione al cuore Immacolato di Maria Russia e Ucraina: il Papa toglie a Putin e Kirill l'alibi della guerra

Nelle intenzioni di Putin e del Patriarca di tutte le Russie si trattava di fare della Russia un baluardo  della cristianità per frenare l’onda scristianizzante. Ma...

Consacrazione al cuore Immacolato di Maria Russia e Ucraina: il Papa toglie a Putin e Kirill l'alibi della guerra
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

24 Marzo 2022 - 10.33


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Tutti sanno che da tempo c’era una richiesta pressante da Mosca al Vaticano: la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria. Difficile capire per chi non sia dentro la cultura russa, ma il discorso ci riporta di tutta evidenza a Fatima, a quelle profezie di lutti e sciagure, chiaramente antisovietiche, nelle quali emergeva la richiesta di consacrare la Russia al cuore immacolato di Maria per evitare ulteriori disastri, guerre mondiali.

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Si trattava in sostanza di fare della Russia un baluardo  della cristianità per frenare l’onda scristianizzante. Ora questa richiesta diviene realtà. Papa Francesco ha deciso che il prossimo 25 marzo, durante la Celebrazione della Penitenza che presiederà  in San Pietro, consacrerà la Russia al Cuore Immacolato di Maria. Ma, come sovente accade con Bergoglio, c’è un ma. Nella stessa circostanza consacrerà al Cuore Immacolato di Maria anche l’Ucraina.

Dunque non c’è solo il riconoscimento dell’esistenza autonoma e indipendente dell’Ucraina, ma c’è soprattutto la riaffermazione da parte di Francesco di una visione tutt’altro che nazionalistica della fede e della Chiesa. Consacrare un esercito, ogni esercito, è blasfemo. Maria così diviene chiaramente e evidentemente madre di tutti, fino a toccare chi si combatte ferocemente. La scelta di Francesco taglia l’erba sotto i piedi di tutti i fondamentalismi cristiani, di tutte le visione ideologiche ed etniche della Chiesa che mette l’elmetto e della fede che invita a usare le baionette. Passa dalla difesa, la richiesta di fermarsi, all’attacco, lo schema di gioco “culturale” e religioso che più gli è congeniale. Nessuno può dirsi padrone a casa di Dio, nessuno può dire “Dio è con noi”.

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Ma tutti sono amati da Dio e questa è l’enorme novità in ore di odio e di tragedia. Nonostante tutto Francesco ci dice che la fratellanza è più forte del fratricidio. Maria non diventerà un pennacchio per divise militari, ma un simbolo materno di rispetto e riguardo per i diritti di tutti. Dunque la scelta del papa è di sfidare la guerra non con le armi ma con il linguaggio universale della fede. Un fatto enorme che qui da noi potrà essere sottovalutato per la sua complessità ma che chiaramente cambia lo scenario come se il papa avesse deciso di intraprendere un viaggio a Kiev, anzi di più! 

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