di Alessia de Antoniis
È sceso oggi il primo atleta lungo la nuova pista olimpica ‘Eugenio Monti ‘di Cortina d’Ampezzo, che accoglierà le gare di bob, skeleton e slittino dei Giochi di Milano Cortina 2026. È l’atleta Mattia Gaspari, cortinese.
La pista di bob di Cortina è una struttura della quale non si comprende l’utilità, soprattutto visto il costo, in un paese che avrebbe bisogno di altre opere di ammodernamento. E’ tuttavia un’opera di ingegneria di altissimo livello, espressione del valore dell’imprenditoria italiana.
Il cantiere del ghiaccio: un’opera di ingegneria e passione
“È la più bella pista del mondo e non avrà uguale per parecchio tempo – dice Fabio Massimo Saldini, Commissario di Governo e Amministratore Delegato di Società Infrastrutture Milano Cortina 2026. Il progetto non è stato privo di ostacoli. Gli operai hanno lavorato sotto la pioggia per mesi, in condizioni difficili. “Abbiamo affrontato piogge incessanti e nevicate improvvise, ma il risultato è straordinario”.
“Una pista lunga 1650 mt, con 16 curve, dove gli 80 atleti previsti raggiungeranno i 145 km orari e 4,5 G di accelerazione”, aggiunge Michele TItton, Direttore Lavori e AD di ITS srl.
A poche ore dall’inaugurazione, il cantiere della pista di ghiaccio sta vivendo le sue ultime fasi di lavorazione: l’80% dei lavori è terminato. L’aria è carica di entusiasmo e soddisfazione per un progetto che ha visto coinvolte 11 nazionalità e oltre venti figure professionali, tra ingegneri, atleti e avvocati. Il risultato? Una pista che si preannuncia tra le migliori al mondo. Un lavoro che ha visto, in soli 8 mesi, smantellare parzialmente la vecchia pista e ampliarla. Un lavoro sul quale nessuno avrebbe scommesso.
Ghiaccio perfetto e sfide e innovazioni tecnologiche per una pista all’avanguardia
“Il lavoro minuzioso e la tecnologia avanzata permettono un controllo della temperatura per settore – racconta Titton – garantendo condizioni ottimali in ogni punto della pista. Un sistema sofisticato di refrigerazione mantiene il ghiaccio a temperature costanti, con l’uso di serpentine e pompe di rilancio che distribuiscono il freddo in modo omogeneo. Non si tratta solo di un’opera ingegneristica imponente, ma di un progetto eco-sostenibile e innovativo. L’acqua proviene direttamente dai versanti montani e viene riutilizzata in un ciclo controllato, mentre il fabbisogno di corrente elettrica ha un picco che dura 10-15 giorni per ghiacciare, poi si tratta solo di mantenere la ghiacciatura. La progettazione della pista ha tenuto conto degli errori delle strutture esistenti, migliorando ogni aspetto tecnico e strutturale.
E gli alberi abbattuti?
Dove vede le strutture di legno, sono gallerie. Verranno ricoperte con la terra e verrà effettuato un rimboschimento per compensare l’espianto
Un Cantiere Multiculturale
Uno degli aspetti più affascinanti di questo cantiere è la mescolanza di culture e competenze. “Qui lavorano persone provenienti da tutto il mondo, e nonostante le distanze linguistiche, il lavoro è stato portato avanti con successo. Ogni tecnico ha portato le sue competenze specifiche creando un team con un background culturale altissimo”, racconta Lucia Samorani, Direttore Tecnico di Società Infrastrutture Milano Cortina 2026.
Un vero e proprio esperimento umano, dove l’ingegno e la determinazione hanno superato ogni barriera. Una pista di bob, quella che verrà inaugurata con italico orgoglio dal governo più a destra dal 1945, che parla lingue come romeno, cinese, indiano, pakistano, moldavo, egiziano, senegalese, albanese, italiano.
Donne protagoniste nel cantiere della pista di bob
Un elemento distintivo del cantiere per la pista di bob è la forte presenza femminile tra i professionisti coinvolti. L’azienda SIMICO, impegnata nei lavori, vanta una percentuale significativa di donne tra i suoi dipendenti (54%) e un Consiglio di Amministrazione a maggioranza femminile (75%). Inoltre, il 61% delle figure apicali è rappresentato da donne, mentre il 57% delle posizioni tecniche di alto livello è assegnato a professioniste. Particolarmente rilevante è anche il dato relativo ai profili tecnici con laurea STEM, tra i quali il 46% è composto da donne.
Ma una donna che dirige un cantiere riesce a farsi rispettare?
Devi essere competente e avere autorevolezza – risponde Lucia Samorani – Devi dimostrare di saper affrontare le situazioni e risolvere problemi. Devi stupire le maestranze, che è quello che non si aspettano.
Il Futuro della Pista
“E dopo? Cosa ne farete quando non ci saranno gare?”. La risposta non tarda ad arrivare: la pista sarà disponibile per eventi, turismo e sport. E per i più coraggiosi, ci sarà anche la possibilità di provare l’emozione di una discesa in bob – conclude il Commissario Fabio Massimo Saldini.
L’attesa è finita. Dopo mesi di lavoro incessante, il cantiere ha dato vita a una struttura che promette di lasciare il segno. L’inaugurazione è ormai alle porte, e con essa si apre una nuova era per Cortina e per gli sport invernali.