Una controversia di genere riguardante due pugili alle Olimpiadi di Parigi 2024 – soprattutto Imane Khelif – è stata il risultato di una campagna di fake news russa e aveva ben poco a che fare con la realtà, ha dichiarato sabato il presidente del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), Thomas Bach.
Bach, che lascerà il suo incarico a giugno dopo 12 anni alla guida dell’organizzazione sportiva più importante al mondo, ha affermato che il CIO ha dovuto contrastare numerose campagne simili sia prima che dopo i Giochi di Parigi.
La competizione di pugilato a Parigi è stata gestita direttamente dal CIO, dopo che lo scorso anno aveva revocato il riconoscimento all’International Boxing Association (IBA) per il mancato rispetto delle riforme in materia di governance e finanza. Tuttavia, l’IBA, guidata dal russo Umar Kremlev, un uomo d’affari con stretti legami con il Cremlino, ha criticato il CIO durante i Giochi per aver consentito la partecipazione dell’algerina Imane Khelif e di Lin Yu-ting di Taipei Cinese, entrambe squalificate dall’IBA un anno prima a seguito di un test cromosomico.
Ne è scaturita un’accesa disputa tra le due organizzazioni, che ha dominato i titoli dei giornali. “Non la considererei una vera crisi, perché tutta questa discussione si basa su una campagna di fake news proveniente dalla Russia”, ha dichiarato Bach, parlando da Pylos, la località balneare nel sud della Grecia dove giovedì sarà eletto il suo successore. “Questa era solo una delle tante, tantissime campagne di fake news che abbiamo dovuto affrontare prima e dopo Parigi.”
Diverse campagne simili si erano già verificate prima dei Giochi, tra cui ripetuti tentativi di hackeraggio, secondo quanto dichiarato dal CIO all’epoca. Gli atleti russi hanno gareggiato a Parigi sotto lo status di neutrali, dopo che il Comitato Olimpico Russo era stato sospeso per aver organizzato elezioni olimpiche nei territori ucraini occupati a seguito dell’invasione russa del 2022.
Bach ha sottolineato che la disputa sulle due pugili non sarebbe mai diventata un problema senza l’intervento dell’IBA, visto che entrambe avevano già gareggiato per anni, incluse le Olimpiadi di Tokyo 2021, senza alcuna contestazione. “Non ha nulla a che fare con la realtà”, ha affermato Bach. “Queste due atlete sono nate donne, sono cresciute come donne, hanno gareggiato come donne, hanno vinto e perso come qualsiasi altra persona.”
Il CIO non ha una regola universale sulla partecipazione di atleti transgender o con differenze nello sviluppo sessuale, lasciando a ciascuna federazione il compito di stabilire i propri regolamenti.