La patria del calcio e del betting cambia le regole del gioco a partire dalla stagione 2025 2026. Niente più sponsorizzazione per le aziende di gambling, anche se la questione è più complessa di quanto sembri.
La decisione, riportata dal quotidiano inglese The Times, è la conseguenza di una manovra portata avanti dal governo per limitare il dilagare del gioco d’azzardo. Ma quale sarà il suo impatto sulla filiera economica e calcistica inglese? Ne abbiamo parlato con Gaming Report, redazione composta da esperti in scommesse sportive e casinò online, che hanno spiegato come oltre la metà delle squadre di Premier League abbia attualmente in essere accordi di partnership con società attive nel settore delle scommesse e del gioco: “Per la precisione sono 11 dei 20 club della Premier League, tre in più rispetto alla scorsa stagione. Stiamo parlando di brand storici come l’Aston Villa, il Notthingham Forest, l’Everton e il West Ham ma anche Bournemouth, Brentford, Crystal Palace, Fulham, Leicester, Southampton e infine Wolves. Cinque di loro hanno continuato un rapporto iniziato già da tempo, tre hanno invece cambiato società, sempre all’interno del gambling, mentre altri tre club sono passati da sponsor non di gioco d’azzardo a quelli di gioco d’azzardo”.
Un mercato che cambierà per forza di cose entro la fine della stagione 2025 2026, sia per la Premier League che per i campionati minori. Una norma che cambia la storia, è vero, ma che nasconde una piccola postilla. “Se si legge la normativa, infatti – spiegano Luciani redattore di Gaming Report – si menziona soltanto l’eliminazione della sponsorizzazione dalla parte anteriore delle magliette durante le partite. Il che vuol dire che i brand di gambling potranno essere presenti in altre parti della maglia, oppure nelle divise di allenamento o, ancora, in spazi pubblicitari dello stadio”.
Il divieto, comunque sia, avrà un impatto importante sul bilancio dei club. “I calcoli fatti dagli esperti spiegano che la fine delle sponsorizzazioni sulle maglie anteriori potrebbe portare ad una perdita stimabile tra i 5 e i 10 milioni – concludono la gambling analyst Chiaravalloti di Gaming Report – anche se restano possibili partnership legate al titolo, ai kit o al digitale”.
La scelta politica arriva dopo un lungo lavoro di confronto e di riflessione che ha coinvolto la Lega, i suoi club e il Dipartimento per la Cultura, i Media e lo Sport nell’ambito della revisione in corso del governo dell’attuale legislazione sul gioco d’azzardo. Una questione spinosa, dal momento che tocca interessi economici importanti: le sponsorizzazioni legate alle società d’azzardo pagano mediamente il doppio dell’importo rispetto agli sponsor non di gioco d’azzardo e questo permette alle società della Premier League, soprattutto di seconda fascia, oppure dei campionati minori, di avere introiti importanti.
Una questione complessa e articolata, in cui si deve tenere in considerazione l’interesse politico ma anche quello economico e societario, l’interesse del legislatore e quello dell’investitore. Una questione complicata, certo, ma che non fermerà la storia, ormai secolare, del rapporto tra calcio e betting nella patria mondiale del football.