Mourinho avvisa la Roma: "Arabia Saudita? Non è un no definitivo. In Italia mi sono sentito aggredito"

José Mourinho al Corriere dello Sport: «In Italia mi sono sentito aggredito, hanno violato la mia libertà di uomo, la mia libertà di uomo di calcio».

Mourinho avvisa la Roma: "Arabia Saudita? Non è un no definitivo. In Italia mi sono sentito aggredito"
Jose Mourinho
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7 Agosto 2023 - 09.38


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Josè Mourunho è alla vigilia del suo terzo campionato alla guida della Roma. Per l’allenatore portoghese, intervistato dal Corriere dello Sport, è il momento di un primo bilancio. Lo Special One ha parlato anche dei continui corteggiamenti da parte delle squadre saudite.

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«Prima di andare all’incontro ho informato la proprietà chiarendo che non avevo intenzione di accettare. A casa ho detto esattamente la stessa cosa. Per un lato mi sentivo prigioniero della parola data ai giocatori a Budapest e ai tifosi dopo lo Spezia, mimando la permanenza. Ma se mi chiedi se non ho accettato soltanto per questo motivo, rispondo di no, non solo per questo».

«Un no definitivo? Non è definitivo, non lo è. In passato rifiutai la proposta più incredibile che un allenatore abbia mai ricevuto quando la Cina mi offrì la panchina della Nazionale e di un club nel quale avrebbero giocato tutti i nazionali. Una proposta economica indecente, fuori dal mondo e da tutti i parametri», ha aggiunto.

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«In Italia mi sono sentito aggredito, hanno violato la mia libertà di uomo, la mia libertà di uomo di calcio, la mia libertà non di grande allenatore, perché in queste situazioni non ci sono grandi o piccoli allenatori,siamo tutti uomini. Qui non mi sento più a mio agio. Ho paura di ricevere altre squalifiche, ho paura di dover tornare a sentire tutto quello che ho ascoltato o letto in questi due anni».

«Se mi dici José, parliamo di Budapest, ci sto. Però se mi chiedi di parlare di Italia, di sconfitte politiche, di opinioni espresse dalla gente e anche di offese ricevute, la cosa mi disturba. Ho detto paura, forse paura è eccessivo, fastidio è meglio. Penso che, a livello istituzionale, avrebbero dovuto trattarmi diversamente, da uomo di grande esperienza internazionale, uno che ha allenato in Inghilterra, in Spagna», ha aggiunto.

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