Favola d’altri tempi: preistoria di pc e connessioni wi-fi
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Favola d’altri tempi: preistoria di pc e connessioni wi-fi

Una storia ambientata ai tempi in cui internet non era ancora divenuto uno strumento per il giornalismo, quando le pagelle erano un'altra cosa

Favola d’altri tempi: preistoria di pc e connessioni wi-fi
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4 Ottobre 2014 - 10.29


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C’era una volta un giornalista che, al novantesimo di una partita in notturna, aveva già scritto tutto. Anzi, per anticipare il lavoro in redazione, aveva già inviato servizio sulla partita e pagelle giocatore per giocatore. Stava vincendo la squadra in trasferta che però, a causa di una dormita collettiva, subì il gol del pareggio un soffio prima del fischio arbitrale: 1-1 e sotto la doccia. Il giornalista si attaccò al telefono e, concitato come qualsiasi uomo che lotta contro il tempo, urlò al collega che stava impaginando: “Il servizio sulla partita te lo rimando appena posso. Sulle pagelle, pensaci tu: abbassa tutti di mezzo voto. E togli tutti gli aggettivi!”. Detto, fatto. Anche se un po’ grossolano, l’ordine fu efficace. All’indomani le pagelle uscirono più scarne e severe. Qualche giocatore – estraneo al gol subito – si risentì. La concitata mannaia “abbassa voti & togli aggettivi” aveva colpito anche chi era lontano dall’azione o addirittura già negli spogliatoi perché sostituito.

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In questa che non è una favola ma storia vera di un bravissimo giornalista, successe quel che accade da quando il Dio del Giornalismo (se esiste, ma dubito) ha creato le famigerate, discusse, odiate e attese “pagelle”.

Giudicare e valutare undici giocatori, più un paio che entrano sempre. Facciamo tredici per squadra più l’allenatore. Totale: ventotto voti e commenti. E’ difficile di giorno, nelle partite in notturna praticamente impossibile. Il giornalista deve già scrivere nel secondo tempo. Qualcosa gli sfugge. Molto chiede al collega di tribuna stampa. Moltissimo a chi segue la partita in tv. E poi ci sono i trucchi del mestiere. Anche se un po’ in disuso, fate caso all’espressione “lavoro oscuro”: significa che non c’è coraggio di scrivere che il giocatore non ha toccato palla. Sembra che sia così, ma conviene rinviare la sentenza alla prossima volta.

Così le pagelle saranno sempre benvenute al “bar dello sport” che ormai è più virtuale che reale. E per frequentarlo non occorre nemmeno consumare un caffè. Basta un click, per partecipare al bellissimo paradosso del calcio. E’ l’unica materia in cui chi vince ha sempre ragione, ma mica tanto. L’altro giorno, per esempio: Tuttosport e Gazzetta hanno molto criticato la Juve, il quotidiano spagnolo Marca ha scritto in prima pagina che i bianconeri avevano dominato. Commenti opposti che meriterebbero, a loro volta, voti e pagelle. A giornali e giornalisti.

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Sandro Sabatini (giornalista Sky Sport)

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