È iniziata con le scuse alla famiglia della vittima, Reeva Steenkamp, la testimonianza di Oscar Pistorius, sotto processo per avere ucciso, il 14 febbraio 2013, la sua fidanzata sparandole attraverso la porta del bagno di casa, a Pretoria.
L’atleta paralimpico, con la voce rotta dal pianto, ha detto che stava «cercando di proteggerla» e che non riesce ad immaginare il dolore dei famigliari della vittima.
Il velocista 27enne, che ha sempre dichiarato di avere sparato perchè convinto che dietro la porta si trovasse un intruso e non la sua fidanzata, ha poi raccontato di soffrire di «incubi terribili» e di svegliarsi spesso sentendo l’odore del sangue di Reeva.
«Non c’è stato un momento da quando è avvenuta questa tragedia che non abbia pensato alla vostra famiglia – ha detto l’imputato rivolto ai parenti della ragazza – Mi sveglio ogni mattina e voi siete le prime persone cui penso, le prime per cui prego. Non riesco ad immaginare il dolore, la tristezza ed il vuoto che ho provocato a voi ed alla vostra famiglia».
«Stavo solo cercando di proteggerla. Posso promettere che quando lei è andata a dormire quella sera si sentiva amata», ha aggiunto Pistorius, che ha poi detto di avere «cercato di mettere le mie parole su carta, tante e tante volte per scrivervi. Ma nessuna parola sarà mai sufficiente».