Studio rivela legame tra formazione stellare e perturbazioni dei campi magnetici galattici

Il telescopio Sofia ha scovato le linee dei campi magnetici di 15 galassie vicine alla Via Lattea analizzando come sono ordinate

Studio rivela legame tra formazione stellare e perturbazioni dei campi magnetici galattici
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16 Giugno 2023 - 09.40


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Uno studio condotto dal progetto internazionale Salsache ha suggerito che la formazione di nuove stelle potrebbe essere responsabile delle perturbazioni nei campi magnetici delle galassie. Utilizzando il telescopio Sofia, il progetto ha mappato 15 galassie vicine alla Via Lattea, tra cui galassie staburst e nuclei galattici attivi, nel lontano infrarosso.

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I campi magnetici galattici sono estremamente deboli, circa un milione di volte più deboli del campo magnetico terrestre, ma potrebbero svolgere un ruolo fondamentale nell’evoluzione delle galassie influenzando il gas interstellare e la formazione stellare. Tuttavia, rilevare e studiare questi campi magnetici è una sfida difficile poiché le loro linee non emettono luce e si nascondono tra le stelle e le nubi delle galassie.

Gli scienziati hanno utilizzato lo strumento Hawc+ a bordo del telescopio Sofia per individuare i grani di polvere galattica che si allineano lungo le linee del campo magnetico. La camera Hawc+ è in grado di rilevare la luce polarizzata emessa da questi grani di polvere nel lontano infrarosso. Sfruttando questo segnale, i ricercatori sono stati in grado di tracciare i campi magnetici galattici e di rivelarne gli effetti nascosti finora.

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L’analisi ha mostrato che i campi magnetici risultano più disordinati nelle nubi di gas turbolento, denso e coinvolte nella formazione stellare rispetto alle regioni galattiche in cui è presente il gas interstellare diffuso. Secondo gli studiosi, questa differenza potrebbe essere collegata alla formazione stellare stessa.

I risultati dello studio indicano che i campi magnetici sono strettamente correlati alla formazione stellare e che la loro amplificazione potrebbe essere innescata dai processi stessi che portano alla nascita di nuove stelle, afferma Alejandro S. Borlaff, primo autore della ricerca.

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