di Martina Narciso
La mitria bianca, l’anello d’argento, un rosario tra le mani. Il funerale di un Papa è un rituale carico di spiritualità e sacralità, ma anche di rigore e protocolli per cui nulla è casuale e tutto ha un significato. E l’abbigliamento non è da meno.
Il colore d’obbligo, simbolo universale del lutto, è il nero. Ed è questo il “dress code” imposto ai laici che partecipano in veste ufficiale, ma non è lo stesso per il clero, che aderisce a regole precise di abbigliamento sulla base dei colori liturgici.
I Cardinali vestono di rosso porpora, i Vescovi di viola, gli altri religiosi indossano il consueto abito del loro ordine. Ma non è né viola (colore del lutto) né bianco (colore della Pasqua) l’abito più significativo, quello del Pontefice. Francesco è avvolto in una casula rossa, colore di solito indossato durante la Domenica delle Palme, il Venerdì Santo e la Pentecoste, richiamando così all’amore e al sangue versato da Cristo.
I significati che si celano dietro ai paramenti rossi scavano ancora più a fondo. Innanzitutto, è il colore liturgico del martirio, che ricorda il sacrificio del primo Papa e martire a Roma, San Pietro. Vestire il Papa di rosso sottolinea il sacrificio del ministero papale e della vita offerta al servizio della fede. Il rosso, inoltre, è anche il colore del fuoco, e dunque dello Spirito Santo. Attraverso questo segno, la Chiesa riconosce di essere stata guidata da un Papa che ha agito sotto la presenza viva dello Spirito Santo.
Rinuncia al catafalco e alle tre bare, ma per il suo funerale Francesco non sfugge alle regole precise del vestiario funebre, saturo di simboli e tradizioni, ultima immagine visibile di un’esistenza offerta alla fede e consacrata al ministero di Cristo.
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