Con "Quelli della notte" addio ai presentatori e arrivarono i conduttori

Quaranta anni fa andava in onda la prima puntata dell’indimenticabile programma televisivo di Renzo Arbore.

Con "Quelli della notte" addio ai presentatori e arrivarono i conduttori
Fonte: Raiplay.it
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21 Marzo 2025 - 22.46 Culture


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di Enrico Menduni

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Il 29 aprile del 1985 andava in onda su Rai 2 la prima puntata di Quelli della notte, l’indimenticabile programma televisivo di Renzo Arbore (e Ugo Porcelli) che ha segnato una svolta definitiva nell’intrattenimento televisivo. Sono passati quarant’anni che sembrano cinque secoli: il presidente della Repubblica – ancora per due mesi – si chiamava Sandro Pertini mentre il presidente del Consiglio era Bettino Craxi.

La televisione italiana era ormai plurale; un gigante a due teste e sei reti, tre della Rai e tre della Fininvest, più un pulviscolo di reti piccole e medie, nazionali e locali. In radio la Rai era già minoranza, sommersa da radio private, se non proprio “libere”. Tutte le colline d’Italia, isole comprese, erano occupate da una selva di antenne più o meno abusive che ritrasmettevano segnali  radiotelevisivi a bizzeffe in qualunque vallata, pendio, villaggio o periferia del Bel Paese.

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La “notte” di Arbore cominciava alle 23:00, minuto più minuto meno, ora in cui si ritenevano messi a letto i bambini e, dunque, avanzavano sul telecomando i casti spogliarelli delle tv private (che oggi sarebbero considerati roba da educande), mentre terminavano i film della Fininvest e l’ascolto Rai si diluiva. Arbore con Porcelli mise in un frullatore un po’ di spettacolo di varietà, un pizzico di peperoncino, molto divertimento radiofonico (il suo Alto Gradimento), qualche etto di televisioni private, un po’ di teatri off di Trastevere e crearono un prodotto dal sapore del tutto nuovo. Il pubblico si bevve con gusto tutte 32 puntate, dal lunedì al venerdì, e il programma diventò il modello di un nuovo tipo di entertainment, uno “stile Arbore” di cui Indietro tutta! (1987-1988) rimane l’episodio più maturo.

Apparentemente Quelli della notte era una satira del salotto televisivo: non tanto il Maurizio Costanzo Show (dal 1982) già allora circondato di un alone di autorevolezza che dalla Rete 4 di Mondadori era transitato sulle reti Fininvest, ma le mille imitazioni del talk show, provinciali, improvvisate, talvolta pecorecce, tra opinionisti improvvisati, dilettanti allo sbaraglio e varia umanità.

I personaggi di Arbore (Nino Frassica, Maurizio Ferrini, Andy Luotto, Marisa Laurito, Simona Marchini, Massimo Catalano, Roberto D’Agostino, Riccardo Pazzaglia, Giorgio Bracardi) rappresentavano tipi umani come quelli che una volta, quando i treni avevano gli scompartimenti, si sarebbero potuto incontrare in viaggio: il comunista romagnolo Ferrini, il frate meridionale Frassica, Simona Marchini e il suo “Robbi”, l’intellettuale di provincia Pazzaglia, le pensose ovvietà di Catalano, Marisa Laurito fidanzata di Scrapizza, l’arabo Andy Luotto (contestato dalle ambasciate medio-orientali e quindi eliminato).

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Grande successo dunque: rivalutazione della seconda serata televisiva, offensiva della Rai nelle praterie dei talk show e dei varietà di Fininvest, contrappunto ad Antonio Ricci (Drive In su Italia 1, 1983-1986, e presto Striscia la notizia, dal 1988 ad oggi, prima Italia 1 e poi Canale 5). Ma, soprattutto, nessuno come Arbore ha risagomato lo spettacolo di varietà.

Derivato dal circo, planato negli scassati teatri dagli anni Venti in poi, quanto la concorrenza del cinema si è fatta sentire, vedeva un “presentatore” che introduceva uno dopo l’altro i “numeri” della serata: il comico, il prestigiatore che sega in due la segretaria, gli acrobati, il cantante sentimentale, le ballerine vagamente hard. L’ordine dei numeri è deciso dal presentatore, ma va in un crescendo di emozione.

I numeri stessi sono variabili: se il comico è raffreddato, salta la serata; se c’è una cantante di passaggio, la inseriamo nello spettacolo. Il film “Roma” di Fellini (1972) ci mostra una di queste serate, come poteva essere nel 1943, tra militari in libera uscita e rifugi antiaerei. La tv ha assorbito nel sangue questo modello, l’ha fatto proprio soprattutto nella prima serata del sabato, nel “varietà” in cui si è sostanziato l’aspetto più glamour dell’intrattenimento televisivo. Con Arbore (che farà in Indietro tutta! la parodia del “bravo presentatore”, in divisa da ammiraglio) la tv dirà ciao ai presentatori: comincia l’era dei conduttori, che presto tracimerà dallo schermo televisivo per approdare (1994 o giù di lì) ad altri lidi, culturali e politici.

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