Da settimane si diffondono sempre di più le voci sulle percentuali dell’eventuale impatto dell’asteroide YR4, di diametro compreso tra i 40 e i 90 metri, che potrebbe colpire la Terra il 22 dicembre 2032. Stando agli ultimissimi dati, le percentuali sarebbero nuovamente salite rispetto a ieri: secondo la Nasa la probabilità sarebbe del 3,1%, mentre per l’Esa (European Space Agency) sono del 2,8%; ieri si attestavano tra il 2,3% e il 2,6%.
Ma come vengono distinte le misurazioni effettuate dalle due parti, e quali sarebbero le potenziali conseguenze per il pianeta e la popolazione?
Innanzitutto è da sottolineare come le stime aumentino proprio con l’aumento del numero delle osservazioni, che in questa prima fase sono ancora molto incerte (l’asteroide è stato scoperto il 27 dicembre 2024); già nel 2028, quando YR4 tornerà ad essere più vicino alla Terra (adesso è in fase di allontanamento), le stime potrebbero essere più precise.
La percentuale di stima tra la Nasa e l’Esa è differente principalmente per i diversi sistemi di monitoraggio indipendenti e per le differenti metodologie di calcolo. Entrambe però restano sulla stessa linea nell’evoluzione delle stime e nelle concrete possibilità di impatto, che stanziano sull’1 su 32.
Per quanto riguarda i potenziali danni, sicuramente non può sussistere un paragone con l’asteroide che portò all’estinzione dei dinosauri 66 milioni di anni fa, che aveva un diametro di ben 10 chilometri; di conseguenza non si verificherebbe un disastro planetario, ma i danni a livello regionale sarebbero decisamente gravi e importanti.
Lo scenario più probabile è quello di un esplosione dell’asteroide a pochi chilometri dal suolo, con una potenza però di ben 8 megatoni, che potrebbero essere circa 500 volte superiori alla bomba di Hiroshima; luogo dell’impatto dovrebbe essere intorno alla fascia equatoriale che attraversa il Pacifico orientale, l’Atlantico, l’Africa, l’India e la Penisola arabica.