Dopo un mese di Trump presidente la ricerca scientifica è già in crisi

Abolizione dei programmi di inclusione, tagli dei fondi e riduzione del personale. Il nuovo assetto degli USA mina il progresso.

Dopo un mese di Trump presidente la ricerca scientifica è già in crisi
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22 Febbraio 2025 - 16.28 Culture


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“Tutto è possibile”, Jennifer Zeitzer, dirigente dell’ufficio affari pubblici presso la Federazione delle società americane di biologia sperimentale, ha parlato di un mondo al collasso dopo gli ordini esecutivi firmati da Trump nel corso dell’ultimo mese.

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Un numero di ordini esecutivi senza precedenti che hanno portato al congelamento dei fondi federali col fine di assicurarsi che tali soldi venissero spesi secondo gli interessi della nuova amministrazione. Tempestivo è stato l’intervento di un giudice federale che ha bloccato temporaneamente l’ordinanza senza però placare l’incertezza e la rabbia negli istituti di ricerca, laboratori e università di tutto il Paese.

Alle scelte preannunciate in campagna elettorale, come quella di ritirare il Paese dagli Accordi di Parigi sul clima e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, si sono aggiunte altre con effetti devastanti per la ricerca come il divieto di promuovere quella che i MAGA definiscono, strumentalizzandola,  ‘ideologia di genere’ e l’obbligo di cessare tutte le attività volte alla promozione della diversità, dell’equità e dell’inclusione (DEI).

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Il quadro tracciato da Nature è chiaro: dall’insediamento di Trump sono stati tagliati fondi, licenziate migliaia di persone, fra le quali molti di coloro che erano stati assunti in prova negli ultimi due anni e che quindi sono oggi solo agli inizi della loro carriera e si prospettano all’orizzonte ulteriori tagli alla ricerca sul clima, la privatizzazione dei servizi meteorologici nazionali e lo stop agli investimenti in tecnologie ‘green’ ed energia pulita oltre che nuovi tagli al budget delle agenzie scientifiche e alla forza lavoro.

I massicci interventi di Trump hanno inoltre l’appoggio e l’incoraggiamento del Dipartimento per l’efficienza del governo guidato da Elon Musk. Con l’abolizione dei DEI e gli ordini esecutivi dell’ultimo mese, sono a rischio 2000 impiegati dell’agenzia di cooperazione internazionale Usaid e oltre 75.000 dipendenti pubblici hanno già lasciato il posto di lavoro con gli incentivi del governo creando dei vuoti che Trump e Musk hanno dovuto colmare in fretta spesso bloccando le interruzioni di servizio prima annunciate, vedi ad esempio il caso  del licenziamento di 350 dipendenti della National Nuclear Security Administration (NNSA), agenzia che si occupa della manutenzione dell’arsenale nucleare statunitense che si era ritrovata nella posizione di non poter svolgere il suo lavoro.

Gli effetti di queste manovre sono stati devastanti e con esiti caotici tra la fretta di cancellare programmi di sviluppo sociale su queste tematiche e di far sparire da articoli e pubblicazioni varie ogni traccia di questi termini. Il risultato si è visto bene nel caso dell’’Osservatorio astronomico Vera Rubin che ha riscritto la storia dell’astronoma da cui prende il nome ridimensionando il suo grande impegno al fianco delle minoranze discriminate e per l’abbattimento delle barriere per le donne nel campo dell’astronomia. Parallelamente la Nasa ha rimosso l’inclusione dall’elenco dei suoi valori fondamentali e ha eliminato articoli che mettevano in luce il lavoro di ricercatori appartenenti a comunità sottorappresentate. 

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Appare chiaro il riallineamento delle priorità degli Stati Uniti e ad ora è solo un mese che il tycoon è tornato alla Casa Bianca. 

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