In queste settimane di tensione tra la Russia e l’Occidente, anche il vaccino Sputnik è finito al centro delle critiche, con pezzi di opinione pubblica pronte a scagliarsi contro qualsiasi cosa possa essere messa in relazione con Mosca.
In tema di salute, però, si è subito fatta chiarezza.
Uno studio promosso dal ministero della Salute dell’Argentina, pubblicato su Lancet, ha messo a confronto i vaccini anti-Covid somministrati alla popolazione da gennaio a settembre 2021, oltre 1,2 milioni le persone coinvolte nella ricerca che hanno ricevuto Sputnik V (687mila), AstraZeneca (358mila) e Sinopharm (237mila). Gli scienziati hanno indagato la protezione di questi vaccini nel prevenire il decesso nelle persone over 60 contagiate da Sars-Cov-2.
Nell’introduzione dello studio i ricercatori hanno puntualizzato che “nel contesto dell’approvazione urgente di vaccini soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito, la produzione di prove in un contesto reale è fondamentale. I report su Sputnik V e Sinopharm sono scarsi e per questo i risultati del nostro studio sono importanti”. Nel periodo preso in esame dallo studio erano presenti nel Paese Sud Americano, le varianti Gamma, Lambda e Alpha. Ebbene, “l’effetto di protezione rispetto al decesso da Covid è stato più alto per tutti e tre i vaccini dopo due dosi – sottolinea lo studio – 93% per Sputnik, 93,7% per AstraZeneca e 85% per Sinopharm”.
Nelle conclusioni i ricercatori argentini puntualizzano che “nelle persone di età pari o superiore a 60 anni, nell’ambito della campagna nazionale di vaccinazione, la vaccinazione con Sputnik, AstraZeneca e Sinopharm, è stata efficace nella prevenzione dell’infezione e del decesso”. Inoltre i ricercatori evidenziano che “finora nessun altro lavoro riportava gli studi di efficacia di Sputnik, tranne una ricerca in Ungheria su una coorte di persone over 18, ma i risultati del nostro lavoro suggeriscono che il vaccino russo è efficace nel prevenire l’infezione e il decesso in modo equivalente ad AstraZeneca”.