“Due terzi delle persone che sono entrate in terapia intensiva sono non vaccinate, dobbiamo insistere con la vaccinazione affinché si allenti la pressione nelle strutture ospedaliere. Dire da ora quale sarà lo scenario dei prossimi mesi è un passo prematuro, rivendichiamo però un fatto: stiamo piegando la curva senza misure particolarmente restrittive per le persone”.
Così Roberto Speranza, ministro della Salute, interviene a SkyTg24.
“Le mascherine- prosegue il titolare del dicastero- sono ancora fondamentali, al chiuso sicuramente, ma anche quando le abbiamo tolte all’aperto abbiamo sempre detto che bisogna portarle con sè: è ancora indispensabile indossarle nei luoghi di particolare aggregazione e negli assembramenti. Quindi ribadisco le parole di Anthony Fauci- sottolinea Speranza- servono ancora mascherine e vaccinazione. Su queste due leve dobbiamo continuare ad insistere”.
Rispetto ai vaccini pan-coronavirus o congiunti anti-Covid e antinfluenzale, il ministro risponde: “Ci sono molti studi in fase di sviluppo, ma non abbiamo certezza se per l’autunno avremo questo tipo di farmaci, sappiamo però che diverse ricerche e aziende produttrici vi stanno lavorando”.
Sulla quarta dose, altrettanto, non c’è certezza: “A livello europeo non c’è ancora un’idea con una base scientifica sufficiente, per ora la priorità è completare la campagna del booster, e provando ancora a convincere le persone, una percentuale minima, che non ha ancora ricevuto alcuna dose di vaccino- rimarca il ministro- Se penso agli ospedali e ai decessi credo sia importante convincere questa percentuale benché minima di persone non immunizzate a fare il vaccino”.
Attesa anche per il vaccino 6 mesi-4 anni: “Non abbiamo date segnate in calendario, ci fideremo delle nostre autorità scientifiche. Partiremo quando Ema ed Aifa ci diranno che ci sono le condizioni per partire, il mio messaggio è sempre lo stesso:
fidiamoci dei nostri pediatri e non di chi non ha cognizione vera di come stanno le cose. L’Italia è fortunata- evidenzia Speranza- perché ha i pediatri migliori del mondo, tante persone hanno già scelto di vaccinare i propri figli, un segnale importante di adesione, molto incoraggiante”.
Nessuna incertezza invece sulla distinzione tra vaccinati e non vaccinati, per Speranza: “Nelle scuole primarie è ancora importante, la campagna è partita poche settimane fa, il 16 di dicembre, siamo ad un terzo dei ragazzi che hanno fatto la prima dose. Con un numero ancora basso di vaccinati abbiamo dovuto inserire una distinzione precisa, diversamente rispetto agli studenti più grandi che sono coperti all’80%. Il messaggio che diamo è che l’isolamento anche per i non immunizzati è di cinque giorni, e non più dieci, un modo per ridurre quanto più possibile anche la didattica a distanza- fa notare Speranza- I nostri figli hanno pagato un prezzo alto per questi due anni di pandemia, da qui a fine giugno, quando si chiudono le scuole per la pausa estiva, l’obiettivo è mantenere i ragazzi a scuola in presenza”.
“Se proseguire con l’obbligo vaccinale dopo il 15 giugno? E’ una valutazione che faremo- spiega il ministro- l’obbligo credo sia stato molto utile, sia per i sanitari che per i docenti, ma anche per gli operatori nelle Rsa. La logica è proteggere queste persone: 2/3 delle persone ricoverate sono non vaccinate, e non tutte sono sopra i 50 anni, alcune sono nella fascia di età 40-50 anni. Sopra questa età c’è sicuramente un elemento di rischio ancora molto alto. La data di giugno, quando decadrà l’obbligo, è lontana ma quando ci approssimeremo a questa data valuteremo la situazione epidemiologica e i dati”.
“Senza vaccini e senza le norme, con questo numero di casi, attualmente, avremmo chiuso- rimarca Speranza- fondamentali green pass e obbligo vaccinale. Questo va rivendicato, ci ha consentito di stare meglio, anche dal punto di vista della crescita economica, più di un 6% che il nostro Paese sta segnando, meglio ancora di altri stati membri comunitari” conclude Speranza.
Argomenti: covid-19