L’insonnia è uno degli effetti collaterali della pandemia di Covid. Lo immaginavate?
La pandemia ha aumentato i casi di insonnia: +22% tra gli italiani e +128% quelli con un sonno di qualità insoddisfacente, pari a 18 milioni di persone. Sono i dati del progetto “Lost in Italy” (Lockdown and Lifestyle in Italy).
Anche l’alimentazione influisce sulla qualità del sonno: ad esempio prediligere il latte di sera può essere una buona scelta. Questo alimento contiene alti livelli di triptofano, l’amminoacido essenziale in grado di alzare i livelli di serotonina e melatonina, uno pseudo-ormone che modula il ritmo sonno-veglia, un vero e proprio sedativo naturale.
Tra le cattive abitudini degli italiani emerge proprio, oltre a quella di svolgere poca attività fisica, anche consumare poco latte: il 77% non lo consuma. Altro errore, l’utilizzo di bevande eccitanti che risulta elevato: l’89%degli italiani beve caffè e il 62% di questi ne beve due o tre tazzine al giorno; il tè è consumato dal 61% e il 34% dei consumatori ne utilizza più di una tazza al giorno. Dal sondaggio arrivano alcuni consigli per favorire un sonno ristoratore: niente fritti a cena, ma un pasto ricco di proteine e povero di grassi e zuccheri semplici, il cui apporto calorico di circa il 25-30% dell’energia totale della giornata. Bere una tisana o del latte caldo almeno 30 minuti prima di coricarsi, fare un bagno caldo.
Infine, non coricarsi prima di tre ore dalla fine della cena per dare modo all’organismo di digerire il pasto e fare attività fisica mezz’ora al giorno, preferibilmente il pomeriggio.
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