Spazio, il telescopio James Webb ha aperto lo specchio primario
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Spazio, il telescopio James Webb ha aperto lo specchio primario

Nasa, il telescopio James Webb ha anche completato l'apertura del suo scudo solare, a forma di aquilone e lungo 21 metri, che proteggerà il telescopio dalla luce, dal calore e dalle radiazioni solari.

Spazio, il telescopio James Webb ha aperto lo specchio primario
Il telescopio spaziale James Webb
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9 Gennaio 2022 - 16.10


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Grande attesa per il telescopio spaziale James Webb che potrebbe rivoluzionare l’esplorazione dello spazio.

 Il telescopio spaziale James Webb, due settimane dopo il lancio, ha completato la fase di dispiegamento, aprendo completamente lo specchio primario, il più grande mai mandato nello spazio, con un diametro di sei metri e mezzo.

Il team di tecnici che segue le delicate fasi di attivazione del grande telescopio ha festeggiato nella sale del Telescope Science Institute di Baltimora, nel Maryland all’annuncio della Nasa.

L’agenzia spaziale Usa ha ricordato l’estrema complessità e delicatezza del dispiegamento di tutte le componenti del telescopio Webb, ripiegate per poter entrare nell’angusto spazio dell’ogiva del razzo vettore Ariane 5 che l’ha portato nello spazio dalla Guyana Francese il giorno di Natale. Pochi giorni fa Webb ha completato l’apertura del suo scudo solare, a forma di aquilone e lungo 21 metri, che proteggerà il telescopio dalla luce, dal calore e dalle radiazioni solari.


    Nel frattempo, il complesso si sta dirigendo verso il punto orbitale prescelto a un milione e mezzo di chilometri dalla Terra, il cosiddetto punto Lagrange 2 (L2), dove verrebbe a trovarsi in equilibrio gravitazionale e che raggiungerà nel giro di alcune settimane. E da dove comincerà ad esplorare lo spazio profondo, raggiungendo distanze ottiche mai raggiunte prima, avvicinandosi il più possibile – teorizzano gli astronomi – all’universo originario di 13 miliardi e mezzo di anni fa, vicino al Big Bang.


    “Mi sono commosso, che incredibile pietra miliare”, ha commentato Thomas Zurbuchen, uno dei capi ingegneri della Nasa.

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