Il mondo scientifico spinge per la linea rigorosa e, tra l’altro, con la variante Omicron è una strada obbligata, anche se ci sono segnali che lasciano ipotizzare una nuova fase della pandemia nella quale sarà meno complicata la convivenza con il virus.
“Il Cts ha suggerito al governo l’adozione del Super Green Pass nei luoghi di lavoro e ci siamo quasi”. Così Donato Greco, epidemiologo, membro del Cts ed ex direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute.
Quanto all’ipotesi invece di un obbligo generalizzato per tutti, Greco sottolinea come si proceda “con un percorso a tappe. Ora verrà introdotto il Super Green Pass nei luoghi di lavoro, una misura alternativa all’obbligo ma di grande impatto perché mette in sicurezza gli uffici, le aziende, l’economia e spinge tutti gli under 65 a vaccinarsi”. E poi si arriverà all’obbligo generalizzato? “Lo deciderà il governo – risponde l’epidemiologo – ma prima il generale Figliuolo porterà avanti la vaccinazione porta a porta, cercando di arrivare ai cittadini rimasti isolati, e si mobiliteranno i medici di base che finora hanno deficitato. Se non bastasse si arriverà all’obbligo dai 21 anni in su per saltare l’età scolare”.
Gli antagonisti dicono che lo Stato non lo faccia per non prendersi la responsabilità della vaccinazione, chiede il giornalista “Falso – replica Greco – lo Stato ha già la responsabilità dell’indennità per eventuali effetti collaterali con la legge 210/1992”.
Allora cosa manca per imporre l’obbligo? “Una legge ordinaria votata dalle Camere, che avrebbe tempi lunghi, ma trattandosi di un diritto primario non si può decidere per decreto. E poi c’è il tema che in Europa l’obbligo vaccinale non ha mai funzionato bene, perché la prevenzione non si somministra con i carabinieri”. Ci si arriverà o no? “Se non si otterranno risultati duraturi sì, anche perché la vaccinazione non finirà qui, ma dovrà essere ripetuta”.