Lo si sapeva, ora si sa con più certezza anche se non tutto è perduto.
Luci e ombre nei primi dati sul vaccino anti-Covid di Moderna contro la variante Omicron di Sars-CoV-2: da un lato dopo le due dosi del ciclo primario i titoli degli anticorpi neutralizzanti, pur rilevabili, sono risultati “significativamente inferiori” per Omicron rispetto al virus originario wild-type. Ma il booster ha mostrato di “aumentare significativamente” le difese. A riferirlo è l’azienda che comunica quanto emerso da “un primo sguardo dato alla valutazione del vaccino e del booster” da 50 microgrammi (dose dimezzata rispetto a quelle che si inoculano nel ciclo primario) contro il nuovo mutante.
“Dopo la serie primaria a 2 dosi del nostro vaccino – informa via Twitter – le persone avevano titoli di anticorpi neutralizzanti rilevabili contro Omicron”, ma “erano significativamente inferiori rispetto al virus wild-type”.
Tuttavia, “una dose booster del vaccino mRNA-1273 al livello di dose di 50 µg ha aumentato significativamente i titoli degli anticorpi neutralizzanti anti-Omicron”, aggiunge Moderna spiegando che “questi e altri dati sono stati inviati a un server” in cui vengono pubblicati i lavori in versione prestampa (non ancora sottoposti a revisione fra pari), in modo da essere subito disponibili.
L’azienda Usa definisce “incoraggianti questi dati iniziali”. E annuncia: “Stiamo lavorando attivamente sulla nostra strategia in 3 parti per affrontare la variante Omicron. Ci aspettiamo dati su un booster di 100 microgrammi”, cioè a dose piena, “e sui nostri approcci al vaccino multivalente a mRna nella prossima settimana”.