L'infettivologo Bassetti: "Omicron non buca le tre dosi e forse nemmeno le due"
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L'infettivologo Bassetti: "Omicron non buca le tre dosi e forse nemmeno le due"

IL direttore della Clinica di malattie infettive all'ospedale Policlinico San Martino di Genova: "Dai dati del Sudafrica sembra meno mortale"

L'infettivologo Bassetti: "Omicron non buca le tre dosi e forse nemmeno le due"
Matteo Bassetti
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9 Dicembre 2021 - 15.03


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Anche in questo caso i segnali sono buoni, ossia che la variante arrivata dal Sudafrica, la Omicron, è sì più contagiosa ma dà sintomi più lievi e soprattutto non sembra in gradi di bucare i vaccini.

“La variante Omicron l’abbiamo derubricata a quello che deve essere, ha molte mutazioni, ma tre dosi la coprono al 100% e non è escluso che anche due dosi. I vaccini quindi non vengono bucati neanche dalla Omicron. Per quanto riguarda la crescita dei contagi, è probabile che i casi sostenuti da Omicron siano meno intensi rispetto a quelli sostenuti da Delta. Prova ne è il Sudafrica che è oggi pieno di casi da Omicron, ma se vediamo i dati di settembre, quando quest’ultima variante non c’era, su 110-120mila casi attivi c’erano 300 morti, oggi i decessi sono 35. Probabilmente è più contagiosa ma meno aggressiva. Se anche fosse, quindi fa meno male e somiglia più ad un raffreddore e tutto sommato non è così negativa”.

Parole di Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive all’ospedale Policlinico San Martino di Genova, facendo il punto della situazione.

“In Italia dobbiamo concentrarci però sulla variante Delta perché i casi Omicron sono pochi – aggiunge Bassetti – Io mi augurerei che quest’ultima sostituisse la Delta perché meno pericolosa. Ma abbiamo ancora 6 milioni di non vaccinati con tanti 50-70enni. Questi sono spesso ricoverati e ci mettono in difficoltà. La situazione italiana ci dice che ci sono nuovamente i Pronto soccorso in difficoltà perché arrivano tanti non vaccinati. Quando arriva un soggetto con una malattia – rimarca – che si può prevenire con la vaccinazione c’è grande sconforto tra i sanitari perché queste persone finiscono in rianimazione. Questo, da medico, mi fa molto male”.

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