Dobbiamo affidarci alla competenza degli studiosi per riuscire a uscire dall’incubo Covid: intanto l’imperativo è vaccinarsi, con la terza dose che sarà somministrata a breve.
Nelle scuole sopra i 12 anni “il personale scolastico è vaccinato e molti ragazzi pure. Per proteggere meglio la comunità il Green Pass andrebbe esteso a tutti gli studenti sopra i 12 anni, come all’università”.
Lo dice Sergio Abrignani, membro del Cts, professore ordinario di Immunologia all’Università Statale e direttore dell’Istituto nazionale di genetica molecolare Invernizzi del Policlinico di Milano.
Nelle scuole sotto i 12 anni “il personale è sempre vaccinato, anche perché rischia di più con bambini non ancora vaccinati, per cui ci saranno dei focolai. È importante coprirli non appena arriverà l’autorizzazione dell’Ema. A parte gli under 12 nessun altro cittadino con qualsiasi problema è giustificato a non vaccinarsi”.
Rispetto alla terza dose, ai fragili si può dare senza aspettare il parere dell’Ema “perché i vaccini sono stati approvati e i dati israeliani mostrano che su 140 mila vaccinati con tre dosi la protezione dopo 15 giorni dalla terza dose è comparabile con quella a 15 giorni dalla seconda, dunque quasi al 90%”.
Dopo i fragili “si ricomincerà il giro a partire dagli operatori sanitari e a scendere per fasce di età. La circolare del ministero non c’è ancora, ma l’orientamento è dare la terza dose a tutti gli italiani nel 2022″.
Inoltre per Abrignani il Green Pass andrebbe allargato a qualsiasi attività al chiuso con più di due persone”, compresi gli uffici: ”È l’unico modo per mitigare i 10 milioni di non vaccinati, di cui 3 a rischio perché over 50″.
L’obbligo sarebbe più diretto “ma è poco praticabile. I No vax che vivono di certezze paranoidi sono circa 1 milione e non si può mandargli i carabinieri a casa”.
Per Abrignani non ci si arriverà: “Diventerebbe uno stato di polizia o un obbligo senza applicazione. È meglio allargare al massimo il Green Pass”.
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