L’unica soluzione per contenere e minimizzare il rischio di nuovi focolai è il vaccino e l’uso dei test molecolari.
I test salivari sugli studenti fatti dai genitori a casa? “Ennesima soluzione creativa, hanno dei limiti e la loro attendibilità in situazione non controllate, come può essere quella di farli a casa e dare la responsabilità ai genitori, lascia molti dubbi”. Lo dichiara Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, commentando una possibile estensione dei test salivari a scuola, anche oltre gli istituti ‘sentinella’.
Questi test salivari “sotto una supervisione hanno dato buoni risultati ma c’è tutta una procedura da rispettare – avverte Crisanti – vanno fatti a distanza dai pasti, occorre bere prima e poi durante l’esecuzione c’è il rischio che l’areosol si propaghi quindi serve un luogo chiuso e a norma. Paradossalmente è più facile fare un tampone naso-faringeo che un test salivare. Io sono per lo screening a scuola ma con lo strumento giusto, ad esempio oggi ci sono anche micro-tamponi”.
Secondo Crisanti, nella scelta di optare per i test salivari agli studenti “c’è stata un’attrattiva psicologica che non ha preso bene in considerazione le difficoltà – rimarca il virologo – Se il campionamento è fatto bene i salivari possano avere una buona attendibilità ma allora andrebbero fatti a scuola da personale qualificato non a casa dai genitori. Ad esempio sarebbero perfetti se si vuole fare un monitoraggio tra gli operatori sanitari che possono usarli da soli anche a casa”.