L’approccio al virus sarà diverso nelle prossime settimane, contrapponendo due categorie di persone: i vaccinati e quelli non vaccinati.
Due bollettini separati, per comprendere meglio i rischi del virus e l’effetto salvifico delle iniezioni anti covid.
Alle Regioni spetterà il compito nelle prossime settimane di inviare a Roma i dati divisi per categoria.
L’idea di fondo – spiega un alto funzionario del ministero della Sanità che sta lavorando al dossier – è di evidenziare le due epidemie distinte, una degli immunizzati che raramente finiscono intubati e una dei non vaccinati, ma anche prevenire le fake news che si moltiplicheranno quando in autunno le ospedalizzazioni saliranno.
La variante Delta è destinata a portare nuovamente in alto in contagi nei prossimi mesi e questo non deve dare spago ai complottisti no-vax
“In realtà – spiega l’alto dirigente – La percentuale di vaccinati ricoverati in Israele è infinitamente più bassa di quella dei non vaccinati. Questi ultimi sono pochi e dunque per un paradosso statistico è sembrato che i vaccini non funzionassero quando è vero invece l’esatto contrario”
Il Messaggero pubblica alcuni dati a sostegno della tesi, analizzando i casi di Campania, Sicilia e Veneto, dove a occupare gli ospedali sono soprattutto i non vaccinati.
In Sicilia ad esempio lo scorso 24 agosto c’erano 24 vaccinati in terapia intensiva su una platea di 2,9 milioni di persone con almeno una dose. I non vaccinati in rianimazione erano invece 78 su 1,6 milioni di persone. Particolarmente significativi i dati di Campania e Veneto che riflettono monitoraggi lunghi.
Nella Regione guidata da Luca Zaia, ad esempio, da maggio fino a fine agosto, quindi per un periodo lungo più di 100 giorni, sono stati intubati solo 25 vaccinati contro ben 256 non vaccinati. Siamo a 10 volte di più ma in realtà la differenza di protezione è enormemente più ampia perché i non vaccinati veneti sono meno di un terzo rispetto ai “protetti”.
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