Palù: "Valutare l'obbligo vaccinale per chi ha funzioni pubbliche"
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Palù: "Valutare l'obbligo vaccinale per chi ha funzioni pubbliche"

Il presidente dell`Agenzia italiana del farmaco e componente del Comitato tecnico scientifico: ""E' improbabile che si sviluppi un ceppo più letale" del Sars-Cov-2"

Giorgio Palù, presidente dell'Aifa
Giorgio Palù, presidente dell'Aifa
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22 Agosto 2021 - 17.40


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Ora lo dice anche lui che pure fino a poco tempo fa era portato sul palmo della mano dall destra.

Ma come si fa ad essere negazionisti o no-vax se si è uomini di scienza?

“È necessario valutare l`obbligo di vaccino per chi svolge funzioni pubbliche”, lo ha sottolineato in un’intervista al Corriere della Sera Giorgio Palù, presidente dell`Agenzia italiana del farmaco e componente del Comitato tecnico scientifico. Il presidente dell`Aifa ha però dall’altro lato rassicurato: “E’ improbabile che si sviluppi un ceppo più letale” del Sars-Cov-2″
Palù ha tratteggiato il quadro della possibile evoluzione della pandemia in Italia: “Partiamo dai numeri di oggi: il 67 per cento della popolazione over 12 è vaccinata con due dosi, in terapia intensiva ci sono 466 pazienti e nei reparti ordinari poco più di 3.700. I morti giornalieri sono nell`ordine di alcune decine.
Naturalmente dovremo valutare che impatto avranno la riapertura delle scuole e la piena ripresa delle attività su questo scenario, ma l`ampia copertura vaccinale offre garanzie e consente di essere ottimisti”.
La priorità resta “convincere gli ‘esitanti’ a vaccinarsi, sulla base di dati scientifici oggettivi. Sappiamo che un 4-5 per cento della popolazione è No vax ed è inutile ogni tentativo di persuasione. Un altro 15-20 per cento, tra i 30 e i 60 anni, è composto da persone timorose o dubbiose: su queste dobbiamo lavorare. Chiedere loro di fidarsi della scienza è controproducente, servono i numeri: il 95 per cento dei pazienti in terapia intensiva non è vaccinato; i vaccini che abbiamo oggi proteggono al 97 per cento dalla morte e al 95 per cento dalla malattia grave, anche contro la variante Delta. Abbiamo vaccini costruiti su una sequenza virale isolata a gennaio del 2020 che, nonostante le mutazioni del virus, sono ancora estremamente efficaci. La variante Beta (isolata in Sudafrica ndr) è quella più ‘cattiva’ e immunoevasiva, ma per fortuna non si è diffusa in modo massiccio. La Delta in Italia è quasi al 100 per cento e, dato interessante, non è stata soppiantata da altre varianti nei Paesi ad alta prevalenza”.
 Perché c’è chi ancora esita a vaccinarsi di fronte a una pandemia che ha ucciso quasi quattro milioni e mezzo di persone?
“Si è persa la cognizione dell`impatto delle malattie infettive sulla aspettativa di vita media dell`uomo”, risponde Palù al Corriere della Sera, aggiungendo: “Ci dimentichiamo che i vaccini l`hanno incrementata di quasi vent`anni dall`inizio del `900 e i giovani genitori non hanno l`immagine di cosa potessero provocare la poliomielite, la difterite, il morbillo nei soggetti affetti.
Agli inizi del secolo scorso la mortalità infantile era al 20 per cento, oggi grazie ai vaccini e allo 0,2″.

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Ma c’è il rischio che si sviluppi un ceppo più letale?
“È molto improbabile, non esiste alcuna prova né esempio che i vaccini possano selezionare virus con più elevata patogenicità.
Delta è più contagiosa di Alfa (circa il doppio), ma non sembra essere più ‘cattiva’. L`interesse del virus è diffondersi quanto più possibile senza uccidere l`ospite. La letalità di Covid infatti è relativamente bassa, intorno allo 0,2 per cento negli studi che documentano la reale circolazione del virus. In un mondo globalizzato, abitato da quasi 8 miliardi di persone, più che dell`immunità di gregge dovremmo preoccuparci della protezione dalla malattia, che gli attuali vaccini garantiscono efficacemente”. Quindi è importante che anche gli over 12 si proteggano: “Basta guardare i numeri. L`unico effetto avverso dei vaccini a mRna nei minori è costituito dalle miocarditi o pericarditi, eventi lievi che si risolvono nel giro di 4-5 giorni. Colpiscono un maschio su 18 mila vaccinati e una femmina su 100 mila. In Germania la Commissione permanente sui vaccini (Stiko), dopo una iniziale rac comandazione che riguardava soltanto gli adolescenti fragili, ha dichiarato pochi giorni fa che il vaccino può essere somministrato a tutti gli over 12 perché i benefici superano ampiamente i rischi”.

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E per garantire che la scuola riapra regolarmente e resti la didattica in presenza secondo Palù c’è una strada: “Vaccinare tutta la popola zione candidata dai 12 anni in su, mantenendo le misure di protezione individuale (mascherine, distanziamento, igiene delle mani), adattando i sistemi di condizionamento dell`aria perché ci sia un ricambio efficace, incrementando i mezzi di trasporto e la loro sanificazione, operando turnazioni di studenti perché le classi non siano troppo affollate.
Soprattutto è importante l`utilizzo del green pass”.

E prendendo lo spunto dalla questione dei docenti che non si vaccino, il presidente dell’Aifa sottolinea: “Credo che sia necessario interrogarsi sull`opportunità di introdurre l`obbligo vaccinale per chi ricopre una funzione pubblica: operatori sanitari, insegnanti, forze dell`ordine e altra categorie.
Ricordiamo che la salvaguardia del bene pubblico è tutelata anche dall`articolo 2 della Costituzione, secondo cui il diritto individuale non può ledere quello della comunità. E i vaccini di cui oggi disponiamo, oltre a proteggere l`individuo, sono altamente efficaci nella prevenzione dei contagi: tra il 70 e l`85 per cento”. E – ricorda – “per quel 25-30 per cento che sfugge anche i vaccinati devono continuare a portare la mascherina in ambienti affollati e al chiuso”.

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