In questi ultimi giorni si è tanto parlato di un’eventuale terza dose di vaccino, tanto che la Pfizer e la Biontech sono già sulla rampa di lancio per una possibilità simile.
Massimo Galli, docente di Malattie infettive all’università Statale e primario al Sacco di Milano, si è espresso sull’annuncio dei primi dati sulla terza dose di vaccino presentati da Pfizer all’agenzia del Farmaco Usa Fda.
“Il punto è valutare l’effettiva utilità di una terza dose di vaccino anti-Covid. Per il momento non ho ancora abbastanza elementi per poter prendere una posizione a favore. E mi sembra una fuga in avanti, un modo per giustificare anche quello che ancora non sappiamo sui tempi di copertura dopo la seconda dose”.
“Non ho ancora visto i dati e finché non li avrò visti – ha aggiunto Galli – posso dire con tutta franchezza che questa storia non mi convince. Ci vuole qualcosa di un po’ più robusto per dire che la terza dose serve davvero, in che misura, quando e per chi”, precisa l’infettivologo.
“Correre in avanti, facendo un’altra dose, non so quanto vantaggio porti a chi risponde bene al vaccino. E, soprattutto, a quanto serva realmente a chi risponde male o affatto. Questi ultimi se non hanno avuto una buona risposta a due dosi – ha osservato – non è detto che possano rispondere bene a una terza”.
Parlando con l’Ansa, Galli ha mostrato qualche perplessità sull’attendibilità dei dati noti: “Per leggere correttamente la curva dei contagi da Covid adesso, bisogna soprattutto chiedersi quanto siano attendibili i dati a disposizione in questo particolare periodo dell’anno, agosto e gente in ferie fuori dalla propria sede. Per due fattori in particolare: quanti sono coloro che effettivamente fanno il test; a infettarsi sono soprattutto giovani per la maggior parte asintomatici. È
altamente probabile che il numero dei contagi sia molto più alto rispetto a quello ufficiale”.
“I ricoveri – ha aggiunto Galli – sono lo specchio del fatto che ad infettarsi sono i non vaccinati. In questo periodo le carte sono rimescolate, c’è tanta gente che si è spostata, per questo resta importante la necessità di mantenere l’attenzione”.
E ha concluso: “Al ritorno alle attività normali, dopo le ferie, di casi in più ne avremo di sicuro, ma il numero di vaccinati è tale da non far temere una nuova ondata del virus con l’impatto drammatico che abbiamo visto nell’autunno scorso”.
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