Ciciliano (Cts) rassicura sul mix tra vaccini: "E' già stato utilizzato per altre malattie"

Il membro del Cts: "C’è ovviamente molta attenzione nel monitorare le reazioni avverse. la combinazione è già stata approvata in molti paesi europei"

Fabio Ciciliano
Fabio Ciciliano
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14 Giugno 2021 - 07.17


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Il dibattito nazionale sul Covid in questi giorni, dopo la limitazione fissata per i vaccini AstraZeneca, riguarda la possibilità di sottoporsi a due dosi diverse e alla sua sicurezza.

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“La somministrazione eterologa di vaccini non è una novità nel panorama della profilassi delle malattie. È stata già impiegata per l’influenza e l’epatite B. Per l’immunizzazione da Covid-19, la combinazione è stata approvata ed è da tempo utilizzata con diverse modalità in Francia, Canada, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia e Regno Unito”.

Lo dice Fabio Ciciliano, membro del Cts.

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“Diversi studi clinici internazionali hanno evidenziato la capacità dell’eterologa di indurre una adeguata produzione di anticorpi. C’è ovviamente molta attenzione nel monitorare le reazioni avverse. In via preliminare è stata registrata una maggiore efficacia nella produzione di anticorpi con dosi eterologhe inoculate con un intervallo di 9-12 settimane (AstraZeneca-Pfizer) rispetto al protocollo vaccinale ‘omologo’”.

E sugli Open Day Astrazeneca, Ciciliano spiega: “Gli Open Day con AstraZeneca sono stati introdotti in alcune Regioni ben prima che il Cts si esprimesse per la prima volta nella seduta del 12 maggio al termine di una valutazione molto più articolata. In quei mesi, la circolazione virale era molto più sostenuta di adesso. Gli open day hanno contribuito alla drastica riduzione dei casi. Una rivalutazione era necessaria”.

E su Johnson&Johnson? “Fra loro esiste una sostanziale diversità nel dosaggio. J&J è monodose. Anche se in misura assai ridotta sono stati registrati alcuni eventi trombotici in soggetti che lo hanno ricevuto. Per il principio di massima precauzione l’Aifa ha previsto le medesime restrizioni di AstraZeneca. L’indubbio vantaggio della singola dose ha spinto il Cts a prevedere, in casi selezionati o in specifiche popolazioni che risulta difficile raggiungere una seconda volta, la possibilità di darlo anche agli under 60, previo assenso dei comitati etici”.

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