Carfì (Moderna): "Il prossimo obiettivo sarà un vaccino unico per l'influenza e Covid"
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Carfì (Moderna): "Il prossimo obiettivo sarà un vaccino unico per l'influenza e Covid"

Il capo della ricerca sulle malattie infettive di Moderna: “Abbiamo completato gli studi del vaccino sugli adolescenti e ora andiamo avanti con i test sui bambini. Procedendo a ritroso con l’età, arriveremo fino ai sei mesi″.

Vaccino Moderna
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27 Maggio 2021 - 08.26


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Andrea Carfì, a capo della ricerca sulle malattie infettive di Moderna, coordinatore degli scienziati che hanno messo a punto il vaccino contro il Covid ha parlato proprio della sua validità sulla base dei risultati ottenuti raccontando dell’ipotesi di mettere sul mercato un vaccino unico per l’influenza ed il Coronavirus.
″L’efficacia contro il coronavirus è incoraggiante. Abbiamo un ventaglio di malattie da affrontare, dall’Hiv al virus respiratorio sinciziale che mette in pericolo i neonati. A breve partiranno i test clinici per il vaccino contro l’influenza. L’Rna permette di aggiornarlo rapidamente ai nuovi ceppi e di aumentare l’efficacia rispetto all’attuale. Il nostro obiettivo è mettere a punto un unico vaccino contro influenza e coronavirus. Ci sono però i test da completare, le autorizzazioni da ottenere. Metterei in preventivo uno o due anni″. 
Carfì prosegue:
“Abbiamo completato gli studi del vaccino sugli adolescenti e ora andiamo avanti con i test sui bambini. Procedendo a ritroso con l’età, arriveremo fino ai sei mesi″. Annuncia inoltre che ″abbiamo una versione aggiornata per la variante sudafricana. La stiamo testando″. 
A proposito dei richiami previsti per l’autunno:
“Stiamo testando tre opzioni  La prima è una terza somministrazione della versione corrente del vaccino, per rialzare il livello degli anticorpi. La seconda è un richiamo con l’Rna aggiornato alla variante sudafricana. La terza opzione è un mix dei due vaccini, e dai primi dati clinici sembra la migliore”. 
Sulle varianti:
“La tecnologia dell’Rna consente di aggiornare il vaccino in tempi rapidi. Bastano 40 giorni, al netto delle prove cliniche. Al momento stiamo testando una nuova versione contro la variante individuata in Sud Africa, quella che fa perdere più efficacia al vaccino attuale”.
Sull’intervallo tra la prima somministrazione e la seconda somministrazione, Carfì afferma: 
“Le valutazioni spettano alle agenzie sanitarie nazionali. Noi dai dati delle vaccinazioni sul campo vediamo che l’efficacia inizia due settimane dopo la prima dose, ma la seconda è importante per avere delle risposte immunitarie più forti”.

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