Mentre ci apprestiamo ad affrontare la seconda Pasqua consecutiva senza (per molti) poter incontrare i propri parenti, i primi studi scientifici illustrano sulle possibili conseguenze su ansia e stress della mancanza di abbracci e contatto fisico, legata alle restrizioni per il contenimento dei contagi da Covid-19.
Le ricerche dagli Stati Uniti documentano, infatti, gli effetti della cosiddetta “fame di pelle” in era Covid: già dopo poche settimane senza stringere mani o dare abbracci, il 60% degli intervistati associa alla carenza di contatto fisico affettuoso un aumento dell’ansia e dei disturbi del sonno e dell’umore.
Per attenuare l’impatto della mancanza di abbracci gli esperti, pur ribadendo l’importanza del rispetto delle misure restrittive, consigliano di stimolare e migliorare la capacità sensoriale attraverso, ad esempio, il contatto con l’acqua e con tessuti morbidi e confortevoli.
“Il contatto fisico è rassicurante, perché è la modalità più arcaica per farci sentire al sicuro. Inoltre il senso di sicurezza e di appagamento che provoca, innesca modificazioni neurochimiche positive come l’aumento della produzione di ossitocina, l’ormone dell’attaccamento che ha un effetto ‘tranquillizzante’”, spiegano Massimo di Giannatonio ed Enrico Zanalda, co-presidenti della Società Italiana di Psichiatria (Sip).
Gli effetti della mancanza di contatto fisico, dopo mesi di misure anti-contagio, affermano, sta mostrando conseguenze significative.
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