Lo studio: entrare più tardi a scuola migliora il rendimento degli studenti
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Lo studio: entrare più tardi a scuola migliora il rendimento degli studenti

Merito del tempo maggiore dedicato al sonno, strettamente legato con il potenziamento di funzioni cognitive come l’apprendimento

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10 Dicembre 2020 - 18.02


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Si è scoperto che posticipare l’orario d’ingresso a scuola migliora il rendimento scolastico. Merito del tempo maggiore dedicato al sonno, strettamente legato con il potenziamento di funzioni cognitive come l’apprendimento, la concentrazione e l’attenzione, ma anche con il mantenimento dell’equilibrio psico-emotivo e relazionale. Ciò vale tanto per gli adulti, quanto per gli adolescenti, nei quali l’obbligo di alzarsi presto la mattina è associato spesso a un ritardo dell’addormentamento notturno. Sono i risultati di uno studio pilota, durato un intero anno scolastico, pubblicati sulla rivista ‘Nature and Science of Sleep’, e realizzato dal team di ricercatori guidato da Luigi De Gennaro del Dipartimento di Psicologia della Sapienza di Roma e dal dirigente scolastico Salvatore Giuliano, ex sottosegretario al Miur.
Un progetto, il primo italiano del genere, che ha coinvolto gli studenti dell’Istituto Ettore Majorana di Brindisi e i cui risultati aprono a nuove prospettive per rinnovare l’organizzazione scolastica in particolare in questo periodo di pandemia da Covid-19. “Si pensi ai trasporti – spiega Luigi De Gennaro – questi rimangono un punto fondamentale per evitare assembramenti negli orari di entrata e uscita dalle scuole. Usando dei facili test si potrebbe individuare il cronotipo, il ritmo biologico degli studenti, e dividerli in diverse fasce con orari differenziati, facendo entrare prima chi al mattino rende meglio. Sarebbe razionale e utile sia alle scuole medie che alle superiori”.

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“L’idea di base dello studio – racconta De Gennaro – era che posticipando l’entrata a scuola avremmo consentito una maggiore durata del sonno, che a sua volta avrebbe influito sui livelli di vigilanza e quindi migliorato l’attenzione. Grazie al supporto dell’Istituto Majorana, nell’anno scolastico 2018-2019 abbiamo coinvolto nello studio sperimentale gli studenti del primo anno delle superiori e li abbiamo divisi in due gruppi: per tutto l’anno una parte degli studenti entrava all’orario tradizionale, alle 8.00 del mattino, e il secondo entrava un’ora dopo (alle 9.00). In entrambi i gruppi abbiamo monitorato con cadenza mensile le caratteristiche del sonno e le prestazioni raggiunte durante il giorno attraverso specifici test di attenzione”.

I risultati del lavoro hanno confermato le aspettative dei ricercatori sul rendimento degli studenti e sugli effetti del posticipo dell’orario sulla salute. In particolare, è stato osservato un aumento del tempo di sonno, con diminuzione delle sue alterazioni, associato a un costante miglioramento dell’attenzione durante le ore scolastiche e a un marcato incremento del rendimento.

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“Un aspetto importante – aggiunge De Gennaro – è che nei giorni festivi non venivano registrate fra i due gruppi differenze relative al sonno, confermando che gli effetti dell’aumento di sonno sono strettamente dipendenti dal tardivo inizio delle lezioni. Inoltre, il fatto che l’ora di addormentamento non differisse ci ha permesso di demolire i limiti del programma, come la possibilità, spesso avanzata come critica, che un ingresso posticipato a scuola possa essere associato a un ritardo anche nell’addormentamento serale”.

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