Ora c’è da sperare che dopo la scossa ci sia una reazione: “Speriamo che a Natale la crescita dei numeri sia minore, che si sia riusciti a distribuire la domanda assistenziale in ospedale in tempi ragionevoli, come sembra poter accadere, e avremo un Natale in qualche modo decapitato di tutta una serie di voci, dai pranzi alle cene, rimarranno aperti gli esercizi ma tutto dovrà essere svolto con estrema cautela”.
Così il virologo Giovanni Di Perri, direttore del dipartimento di Malattie Infettive dell’Amedeo di Savoia di Torino, intervistato dal Tg3 del Piemonte su quale Natale ci si potrà aspettare a fronte dell’aumento di nuovi casi di Coronavirus.
Quanto alle misure adottare ieri dal Governo per contenere l’epidemia da Covid 19, Di Perri aggiunge: “l’effetto augurabile al di là’ del valore intrinseco di ogni singola misura è il convincimento di tutti, a livello individuale, che si deve fare qualcosa di più per prevenire l’infezione con il nostro comportamento. Oggi vediamo un’occupazione di letti e di letti in rianimazione che aumenta con una velocità molto più bassa rispetto a marzo, però in marzo ci fu il lockdown adesso non c’è, quindi questa pur lenta crescita non si sa dove possa arrivare”
“Sta veramente a noi, dunque, frenare la crescita cercando di arrivare a un punto di equilibrio in cui un numero pur alto di nuovi contagi non cresce più e dilatando il tempo dell’impatto ospedaliero dell’infezione e la di riesce a gestire molto meglio”, conclude.
Argomenti: covid-19