Cellule, ecco l'orario giusto per assumere i farmaci
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Cellule, ecco l'orario giusto per assumere i farmaci

Come le vie trafficate di una grande città, anche le cellule del nostro corpo hanno due ore di punta: l'alba e il tremonto.

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29 Ottobre 2014 - 22.42


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A fare la scoperta è stato un gruppo di scienziati dell’università americana della Pennsylvania, che in uno studio condotto sugli animali e pubblicato su ‘Pnas’ ha monitorato nel corso delle 24 ore l’attività genetica – quindi la funzione – delle cellule di 12 tipi di tessuti.

Dal rene al fegato, dal polmone all’aorta, dal cuore al cervello, dal grasso ai muscoli scheletrici. I risultati della ricerca hanno applicazioni pratiche: in particolare, possono aiutare ad assumere i farmaci nell’orario più giusto, quando la speranza di efficacia è massima. Per esempio, le statine anticolesterolo andrebbero prese di sera.

E’ noto l’influsso che il nostro orologio biologico interno esercita su elementi come variazioni di umore, resistenza fisica, stato di allerta, o sul rischio di attacchi di cuore. In un esperimento sui topi, John Hogenesch e colleghi hanno esaminato l’impatto dei diversi momenti della giornata sull’attività del Dna.

Ogni 2 ore hanno controllato le funzioni dei campioni dei diversi tessuti, scoprendo che il 43% dei geni coinvolti nella produzione di proteine modificava la propria attività nell’arco del giorno. Poiché diversi geni regolano attività differenti in più di un tessuto, la stima conservativa degli scienziati è che oltre la metà dei geni hanno fluttuazioni di attività nelle 24 ore.

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L’organo più dinamico è risultato il fegato, con 3.168 geni diversamente attivi in base all’orario considerato, contro i 642 geni condizionati dall’ora rilevati nell’ipotalamo, all’interno del cervello. Nello studio sono state osservate in particolare 2 finestre di ‘iperattività’: alba e tramonto.

E’ noto che alcuni farmaci funzionano meglio se assunti in determinati momenti del giorno. Per esempio, poiché le malattie del cuore sono associate a ‘tappi’ di colesterolo che si formano nelle arterie, e siccome questo grasso viene fabbricato nel fegato di notte, assumere le statine di sera le rende più efficaci. Gli autori dello studio calcolano che, nella ‘top 100’ dei medicinali essenziali classificati dall’Organizzazione mondiale delle sanità, più della metà (56) agiscono su geni ‘orologio-sensibili’.

Geni, cioè, la cui attività subisce oscillazioni nell’arco della giornata. “Spero che sia possibile utilizzare queste informazioni per programmare schemi terapeutici migliori con i farmaci già disponibili sul mercato”, spiega Hogenesch alla Bbc. Una prospettiva ancora più intrigante perché non comporta costi aggiuntivi, osserva l’autore.

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Simon Archer, esperto di cronobiologia dell’università del Surrey (Gb), concorda sulle potenzialità aperte dal nuovo lavoro: “Se il 40-50% dei geni ha un’attività che oscilla durante le 24 ore”, saperlo “può essere molto importante.

Migliaia, milioni di persone potenzialmente potrebbero trarre benefici semplicemente cambiando l’orario di assunzione di una terapia”. Riflette Andrew Loudon dell’università britannica di Manchester: “Le compagnie farmaceutiche fanno di tutto per allungare la durata d’azione di pillole che possono essere assunte una sola volta al giorno, ma abbiamo bisogno di terapie mirate con una breve emivita, ossia che restino attive il tempo giusto per esercitare al massimo la propria azione con il minimo di effetti collaterali”. Conoscere la ‘finestra’ utile in cui assumerli potrebbe essere determinante.

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