Meloni incontra il franco-fascista Abascal: poi si lamenta se la definiscono di estrema destra
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Meloni incontra il franco-fascista Abascal: poi si lamenta se la definiscono di estrema destra

A Roma con Santiago Abascal, leader di Vox, partito spagnolo franco-fascista noto per le sue posizioni nazionaliste, anti-immigrazione e contrarie a molte delle conquiste civili degli ultimi decenni.

Meloni incontra il franco-fascista Abascal: poi si lamenta se la definiscono di estrema destra
Meloni e Abascal
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12 Aprile 2025 - 11.44


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Nonostante i ripetuti auspici, anche da ambienti internazionali, vorrebbero un’evoluzione verso un conservatorismo moderno, Giorgia Meloni continua a mantenere saldi i legami con le forze più radicali della destra europea. È il caso dell’incontro avvenuto a Roma con Santiago Abascal, leader di Vox, partito spagnolo franco-fascista noto per le sue posizioni nazionaliste, anti-immigrazione e contrarie a molte delle conquiste civili degli ultimi decenni.

Abascal, pubblicando una foto accanto alla premier italiana, ha parlato di “alcune ore molto interessanti per scambiare impressioni con un’eccellente amica e alleata”, sottolineando come, a suo giudizio, “l’Italia sia oggi una nazione fortunata e ben amministrata nei tempi convulsi che viviamo”.

Al di là del tono celebrativo del leader spagnolo, l’incontro è significativo perché conferma l’orientamento politico e culturale della presidente del Consiglio, che continua a privilegiare interlocutori provenienti dalle frange più ideologizzate del panorama europeo. Invece di avvicinare Fratelli d’Italia ai modelli dei partiti conservatori classici – come i Tories britannici o i popolari tedeschi – Meloni sembra scegliere una traiettoria più vicina alle esperienze post-franchiste, illiberali o apertamente reazionarie.

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Questo tipo di alleanze pongono interrogativi sul reale progetto di trasformazione del partito. A distanza di tempo dalla sua ascesa a Palazzo Chigi, l’ipotesi che Meloni voglia realmente traghettare Fratelli d’Italia verso una forma compiuta di conservatorismo occidentale appare sempre meno plausibile. La preferenza per interlocutori come Abascal non è solo simbolica: è un segnale chiaro della direzione che il governo italiano intende perseguire nel contesto europeo.

Fa riflettere, infine, come Meloni – pur cercando e coltivando rapporti con esponenti dell’ultradestra continentale – continui a risentirsi ogni volta che viene definita espressione dell’estrema destra. Una contraddizione sempre più evidente, che contribuisce a offuscare ogni tentativo di ridefinizione ideologica in chiave moderata.

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