Almasri, Giorgia Meloni indagata per favoreggiamento e peculato con Nordio, Piantedosi e Mantovano

La premier Giorgia Meloni è stata raggiunta da un avviso di garanzia della Procura di Roma per i reati di favoreggiamento e peculato, in relazione al rimpatrio del comandante della prigione libica di Mitiga, Osama Njeem Almasri.

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Giorgia Meloni
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28 Gennaio 2025 - 17.45


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La premier Giorgia Meloni è stata raggiunta da un avviso di garanzia della Procura di Roma per i reati di favoreggiamento e peculato, in relazione al rimpatrio del comandante della prigione libica di Mitiga, Osama Njeem Almasri.

A darne notizia è stata la stessa Meloni attraverso un video pubblicato sui social.

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«La notizia è questa», ha dichiarato la premier. «Il procuratore della Repubblica Lo Voi, lo stesso del – diciamolo – fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona, mi ha appena inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino libico Almasri; avviso di garanzia che è stato inviato anche ai ministri Nordio, Piantedosi e Mantovano».

Secondo Meloni, l’indagine è stata avviata in seguito a una denuncia dell’avvocato «Luigi Li Gotti, ex politico di sinistra, molto vicino a Romano Prodi, conosciuto per aver difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi».

I fatti, ricostruiti dalla premier, sono «abbastanza noti: la Corte penale internazionale, dopo mesi di riflessione, emette un mandato di cattura internazionale nei confronti del capo della polizia di Tripoli. Curiosamente lo fa proprio quando questa persona stava per entrare in territorio italiano, dopo che aveva serenamente soggiornato per circa 12 giorni in altri 3 Stati europei. La richiesta non è stata trasmessa al ministero italiano della Giustizia, e per questo la Corte d’appello di Roma decide di non procedere alla sua convalida. A questo punto, con questo soggetto libero sul territorio italiano, piuttosto che lasciarlo libero, noi decidiamo di espellerlo e rimpatriarlo immediatamente, per motivi di sicurezza, con un volo apposito come accade in altri casi analoghi. Questa è la ragione per cui la Procura indaga me, il sottosegretario Mantovano e due ministri».

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Meloni ha poi ribadito la sua determinazione ad andare avanti nonostante le difficoltà: «Io», dice ancora Meloni, «penso che valga ora quello che valeva ieri: non sono ricattabile, non mi faccio intimidire, è possibile che per questo sia invisa a chi non vuole che l’Italia cambi e diventi migliore ma anche e soprattutto per questo intendo andare avanti per la mia strada a difesa degli italiani soprattutto quando è in gioco la sicurezza della nazione. A testa alta e senza paura».

L’avviso di garanzia giunge alla vigilia di un’informativa in Senato, durante la quale i ministri della Giustizia Carlo Nordio e dell’Interno Matteo Piantedosi riferiranno sul caso riguardante l’arresto, il rilascio e il rimpatrio di Almasri, accusato dalla Corte penale internazionale di crimini di guerra.

Recentemente, l’Associazione Nazionale Magistrati aveva criticato Nordio per non aver risposto tempestivamente alle sollecitazioni della Corte d’Appello di Roma, contribuendo di fatto al rilascio del cittadino libico.

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Il 19 gennaio, Almasri era stato arrestato a Torino a seguito della segnalazione dell’Interpol. Tuttavia, in assenza di una risposta del Ministero della Giustizia e trascorse le 48 ore previste per la detenzione, il 21 gennaio è stato rilasciato e contestualmente espulso, una decisione motivata da esigenze di sicurezza nazionale, come spiegato dal ministro Piantedosi.

In alternativa, si sarebbe potuto procedere con una misura cautelare in attesa di ulteriori sviluppi, ma è stata scelta la strada del rimpatrio immediato.

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