La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha voluto chiarire: “Un rimpasto non è, né sarà, sul tavolo”. Questa affermazione ha smorzato le speranze della Lega, riaccese dopo l’assoluzione di Matteo Salvini nel caso Open Arms. Nonostante l’attuale mancanza di discussioni sul tema, il leader del Carroccio continua a coltivare il desiderio di tornare al Viminale.
Dopo le recenti dichiarazioni del sottosegretario Claudio Durigon a Repubblica, un altro esponente della Lega, il senatore Claudio Borghi, ha riaperto il dibattito. Borghi ha espresso il proprio parere su X, definendosi “favorevole (inascoltato) ai rimpasti di governo” e sottolineando che “aiutano a migliorare la squadra e ai cittadini in fondo la cosa piace, un po’ come le sostituzioni del calcio”. A chi gli chiedeva se ci fossero le condizioni per un rimpasto, ha replicato: “Purtroppo i governanti odiano cambiare i ministri, forse pensano sia un po’ come ammettere errori”.
Le parole di Borghi sembrano indirizzarsi indirettamente alla presidente del Consiglio, che per ora non sembra intenzionata a modificare la composizione del governo. In particolare, non sembrerebbe disposta a restituire il Viminale a Salvini, ora guidato da Matteo Piantedosi. Meloni ha espresso soddisfazione per il lavoro del ministro: “Penso che oggi sia io che Salvini siamo contenti dell’ottimo lavoro che sta facendo l’ottimo ministro dell’Interno”, aveva dichiarato dalla Lapponia poco prima di Natale. Con questa affermazione, ha messo in pausa le ambizioni di Salvini, il quale, appena assolto nel processo per sequestro di migranti, aveva definito il Viminale “un posto stupendo” ma aggiungendo: “per ora, non torno”.