La versione integrale della mail smonta l’ennesima campagna vittimistica degli eredi del fascismo e camerati vari. Perché nel ragionamento di Patarnello non c’era nulla di eversivo. Semmai è eversivo il tentativo di mettere la magistratura nelle mani del governo.
«Indubbiamente l’attacco alla giurisdizione non è mai stato così forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi. In ogni caso oggi è un attacco molto più pericoloso e insidioso per molte ragioni. Innanzitutto perché Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte. E rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto».
È questo il testo della mail indirizzata nel pomeriggio del 19 ottobre alla mailing list dell’Anm dal sostituto procuratore della Cassazione Marco Patarnello, uno stralcio della quale è stato rilanciato ieri dalla premier Giorgia Meloni via social. A renderlo noto integralmente è Magistratura democratica.
«In secondo luogo perché la magistratura – proseguiva la mail di Patarnello – è molto più divisa e debole rispetto ad allora. E isolata nella società. A questo dobbiamo assolutamente porre rimedio. Possiamo e dobbiamo farlo. Quanto meno dobbiamo provarci. Sull’isolamento sociale non abbiamo il controllo ma sul tema della compattezza interna possiamo averlo. Non è accettabile chinare le spalle ora o che qualcuno si ritagli uno spazio politico ai danni dell’intera magistratura».
«In terzo luogo la compattezza e omogeneità di questa maggioranza è molto maggiore che nel passato- rilevava Patarnello poi – e la forza politica che può esprimere è enorme e può davvero mettere in discussione un assetto costituzionale ribaltando principi cardine che consideravamo intangibili. Come corollario di questa condizione politica, anche l’accesso ad un’informazione decente è ancora più difficile dell’era di Berlusconi. Quindi il pericolo per una magistratura ed una giurisdizione davvero indipendente è altissimo. Dobbiamo essere uniti e parlare con chiarezza».
«Non dobbiamo fare opposizione politica – concludeva Patarnello nella sua mail – ma dobbiamo difendere la giurisdizione e il diritto dei cittadini ad un giudice indipendente. Senza timidezze. Dobbiamo pretendere che il Csm apra un dibattito al proprio interno e deliberi una reazione chiara e netta. Che anche l’Anm mostri il proprio approccio unitario e fermo. Ieri ho sentito un buon Santalucia, pacato ma piuttosto chiaro. Vorrei che si sentisse chiaramente che rappresenta tutta la magistratura».